MILANO - Ora la sostenibilità si impara giocando, anzi, videogiocando. Sono centinaia i nuovi videogames, creati per essere destinati agli studenti delle scuole elementari e medie, che invitano ad evitare gli inutili dispendi di acqua, a raccogliere i rifiuti, a riciclare di più, a non sporcare e non sprecare. La nuova tendenza si inserisce in quella più ampia della “gamification”, termine che indica l’incontro tra gioco e vita quotidiana.
GIOCARE RICICLANDO- Sull’efficacia di giochi come “Michael, Michael, go recycle”, Land Find Bill e Recycle or die si è espresso il ricercatore Fran C. Blumberg, psicologo della Fordham University, che in un recente studio ha parlato degli effetti positivi di alcuni videogames educativi sullo sviluppo delle capacità cognitive e percettive di ragazzi e preadolescenti. Lo studio è consistito nell’esaminare il comportamento dei più piccoli dopo che questi avevano appena finito di giocare con un videogame.
RICICLO SOCIALE - Anche Facebook, il social network per eccellenza, ha sviluppato una sua applicazione “green”. Si tratta di Oceanopolis, in cui i suoi personaggi sono dispersi in un’isola del Pacifico con l’unico obiettivo di far loro salvare l’ambiente virtuale e riciclare quanti più rifiuti è possibile. La community di Greenopolis, invece, è andata oltre il mondo virtuale di Facebook, proponendo l’idea di sorta di raccolta punti virtuale: al peso del materiale riciclato è assegnato un punteggio che, accumulato, dà diritto a biglietti per il cinema o per il teatro e a buoni pasto.
LA BANCA DEL RICICLO - Ad aprire la strada del “gioco ecologico” è stata la piattaforma Recyclebank. Ilsito internet, ideato nel 2004 a Philadelphia, premia i consumatori che riciclano; iscrivendosi alla “banca del riciclo”si ottiene un profilo e, ogni volta che si portano a termine nella vita reale le missioni indicate dal sito, ogni utente acquisisce punti. Con i crediti guadagnati si possono poi acquistare prodotti o servizi o anche finanziare eco-progetti.
aggiornato il 20 marzo 2013