MILANO – L’educazione a una corretta idratazione inizia fin da bambini ed i genitori sono consapevoli del fatto che in questo svolgono un ruolo cruciale. È ciò che emerge da una recente indagine condotta da Ipsos per Nestlé Waters, che ha indagato il tema “corretta idratazione per i più piccoli” coinvolgendo 4.200 genitori con figli tra i 3 e i 12 anni e 1.400 bambini di età compresa tra i 6 e 12 anni in sette Paesi: Francia, Italia, Messico, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Cina.
Bambini e acqua: è il buon esempio a fare la differenza
Per quanto riguarda la consapevolezza dell’importanza di una corretta idratazione per i bambini, la media dei paesi coinvolti è molto alta, gli italiani su questo aspetto sono risultati “virtuosi tra i virtuosi” con l’85% di risposte positive rispetto ad esempio al 77% della Cina che ha la percentuale più bassa. Risultati incoraggianti anche dal punto di vista pratico: l’82% degli intervistati ha dichiarato di controllare che i propri figli bevano la giusta quantità di acqua e l’81% di offrirla loro regolarmente. Più di un terzo dei genitori ricorre a piccoli trucchi per invogliare i propri bambini a bere, come ad esempio aggiungendo all’acqua sciroppi o succhi di frutta oppure concedendo loro acqua frizzante proprio perché si rendono conto che l’acqua rappresenta la bevanda d’elezione per i propri bambini. In questo senso, in realtà, è il loro esempio a fare la differenza.
Bibite solo per le occasioni speciali
L’indagine ha riscontrato anche che le bibite mantengono il proprio appeal sui più piccoli (il 65% le preferisce all’acqua) e che i genitori - che consentono, ad esempio, di mettere in tavola anche delle bibite e consentono ai figli di sostituire l’acqua con altre bevande – tendono ad avere bambini più propensi a chiederle e consumarle (61%). Inoltre, secondo quanto emerso dall’indagine i genitori danno il via libera a bere bibite solo in occasioni speciali. Strappi alla regola che nella realtà sono piuttosto frequenti, come ad esempio quando fa particolarmente caldo (34%), al ristorante (32%) e i weekend (27%).
di Salvatore Galeone
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