Gentile presidente Agostini,
gentile professor Miglietta,
care studentesse, cari studenti,
l’iniziativa di oggi rappresenta un esempio brillante di come il mondo dell’università e il mondo del lavoro possano incontrarsi positivamente per premiare il talento e per lanciare un messaggio più generale: la laurea rappresenta un vantaggio competitivo per una rapida e migliore occupazione.
Lo dimostrano i numeri, anche nell’emergenza. Dal 2007 al 2014, il tasso di disoccupazione è cresciuto di 8,2 punti per i neolaureati e di 17 punti per i neodiplomati.
Non è una magra consolazione, ma un punto fermo: chi sceglie l’università e completa il ciclo di studi ha più opportunità di trovare un lavoro, anche migliore, rispetto a chi si ferma alla scuola superiore. Dobbiamo sostenere questa scelta con un diritto allo studio vero.
Sono certa che l’apprezzabile impegno concreto del Gruppo Sanpellegrino non sia carezzevole filantropia, ma risponda a una responsabilità cosciente e a una consapevolezza profonda del ruolo attivo delle aziende nel loro rapporto con l’università.
Il Progetto Sanpellegrino Campus con borse di studio e stage valorizza competenza e specializzazione in alcuni settori del sapere rilevanti per questa importante realtà del nostro Paese.
Serve dunque un patto forte tra atenei e imprese non solo alla fine dei percorsi universitari. Solo così possiamo sfatare quello scoraggiante luogo comune che vede l’università come il luogo infruttuoso del sapere senza saper fare, il posto mesto dello studio ozioso opposto al creare, al realizzare.
Con questo spirito, ne “La Buona Scuola” abbiamo puntato sull’alternanza scuola-lavoro obbligatoria già nell’ultimo triennio della scuola superiore, quando ragazze e ragazzi iniziano a maturare una sfera personale propria e autonoma, capace di indirizzarli a scelte convinte.
Stiamo mettendo a sistema esperienze diverse, a cui spero si unirà anche quella del Gruppo San Pellegrino, e stiamo raccogliendo l’entusiasmo degli studenti, promuovendo implicitamente l’importanza dell’istruzione superiore, imprescindibile per un lavoro di qualità che richiede conoscenze specialistiche.
Non possiamo lasciare che questa esperienza rimanga isolata negli ultimi anni della scuola superiore. Abbiamo bisogno di una università aperta che, forte della sua autonomia, attivi punti di contatto e di integrazione con il mondo esterno non solo per i laureati, ma anche per gli iscritti.
Tutto questo, ne siamo convinti, non è possibile senza finanziamenti ed è per questo che, dopo anni di segni meno, abbiamo investito più risorse negli atenei e nel diritto allo studio.
Faccio i complimenti ai premiati e agli studenti che hanno partecipato al progetto e ringrazio il Gruppo San Pellegrino per la fattiva sensibilità a questa missione comune.
Buon lavoro e in bocca al lupo,
Stefania Giannini