MILANO – L’Ispra ha aggiornato la mappa nazionale e, nel 2017, sono oltre 3 milioni le famiglie che vivono in zone soggette al rischio idrogeologico in Italia.
In particolare, secondo il rapporto aumenta la superficie potenzialmente soggetta a frane (+2,9% rispetto al 2015) e quella potenzialmente allagabile nello scenario medio (+4%).
Territori vulnerabili
Sono oltre 7 milioni le persone che risiedono nei territori vulnerabili: oltre 1 milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (Pai, Piani di assetto idrogeologico) e più di 6 in zone a pericolosità idraulica nello scenario medio (ovvero alluvionabili per eventi che si verificano in media ogni 100-200 anni).
I valori più elevati di popolazione a rischio si trovano in Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria.
I rischi per il patrimonio culturale italiano
Secondo il rapporto sarebbero quasi 38 mila i beni culturali situati nelle zone a rischio e, di questi, 11mila si trovano in zone a pericolosità da frana elevata e molto elevata.
Per quanto riguarda i monumenti a rischio inondazione - nello scenario a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi - sono circa 40 mila e, di questi, più di 31 mila si trovano in zone potenzialmente allagabili anche nello scenario a media probabilità.
I comuni a rischio idrogeologico
In nove Regioni (Valle D'Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria) abbiamo il 100% dei comuni è potenzialmente a rischio. L'Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Provincia di Trento hanno percentuali di comuni a rischio tra il 90% e il 100%.
Il rischio per le imprese
Le industrie e i servizi posizionati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono quasi 83 mila, con oltre 217 mila addetti esposti a rischio.
Il numero maggiore di edifici a rischio si trova in Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio.
Al pericolo inondazione, sempre nello scenario medio, si trovano invece esposte ben 600 mila unità locali di impresa (12,4% del totale) con oltre 2 milioni di addetti ai lavori, in particolare nelle regioni Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria dove il rischio è maggiore.
di Alessandro Conte
30 luglio 2018