MILANO – Le comunità energetiche sono un concetto relativamente nuovo che sta guadagnando attenzione a livello globale come una possibile soluzione alla crisi energetica e alla necessità di ridurre le emissioni di gas serra. Queste realtà rappresentano un nuovo modello di produzione e condivisione dell’energia, basato sulla cooperazione locale, il rispetto dell’ambiente e una maggiore autonomia rispetto ai tradizionali fornitori di energia. Vediamo in dettaglio cosa sono le comunità energetiche, come funzionano e perché potrebbero costituire una delle risposte più credibili alla transizione energetica.
Cosa sono le comunità energetiche
Le comunità energetiche sono gruppi di cittadini, imprese o enti locali che si uniscono per produrre, consumare e gestire energia da fonti rinnovabili in modo collettivo. L'idea alla base è quella di creare una rete energetica locale, dove i partecipanti producono energia attraverso impianti solari, eolici o altre tecnologie green, utilizzandola per soddisfare le proprie esigenze e condividendo l'eventuale surplus con la comunità circostante.
Questa condivisione non solo permette di ridurre i costi energetici, ma contribuisce anche a migliorare l’impatto ambientale, riducendo le emissioni di CO2 e l’impronta ecologica. Le comunità energetiche sono in grado di decentralizzare la produzione di energia, riducendo la dipendenza dalle grandi reti elettriche nazionali e promuovendo una maggiore resilienza energetica.
Come funzionano le comunità energetiche
Il funzionamento delle comunità energetiche si basa su una stretta cooperazione tra i membri della comunità e la gestione collettiva delle risorse energetiche prodotte. Esistono diversi modelli di comunità energetiche, che possono variare a seconda delle normative locali e delle caratteristiche della comunità stessa.
In genere, il processo si articola in alcune fasi chiave:
- Produzione di energia: La comunità energetica installa impianti per la produzione di energia rinnovabile, come pannelli solari fotovoltaici, turbine eoliche o biomasse. Questi impianti possono essere di proprietà dei singoli membri, di cooperative locali o di enti pubblici.
- Autoconsumo e condivisione: L'energia prodotta viene utilizzata per soddisfare i bisogni energetici dei membri della comunità. Nel caso in cui vi sia un surplus di energia, questa può essere immessa nella rete elettrica locale e distribuita ad altri membri o venduta a terzi, garantendo così un ritorno economico.
- Gestione collettiva: Le decisioni riguardanti la gestione dell'energia, gli investimenti in nuove infrastrutture o la distribuzione degli eventuali guadagni vengono prese collettivamente dai membri della comunità. Questo modello di governance democratica permette ai partecipanti di avere un controllo diretto sulle scelte energetiche, promuovendo la trasparenza e l'efficienza.
- Tecnologie e innovazione: Le comunità energetiche possono beneficiare dell’uso di tecnologie innovative come i contatori intelligenti, che permettono di monitorare in tempo reale la produzione e il consumo di energia. In alcuni casi, vengono utilizzati anche sistemi di accumulo (come le batterie) per immagazzinare l'energia in eccesso e utilizzarla quando necessario.
Vantaggi delle comunità energetiche e esempi in Italia
Le comunità energetiche offrono numerosi vantaggi, sia a livello individuale che collettivo. Tra i principali benefici rientrano la riduzione dei costi energetici, la sostenibilità ambientale (favorendo l'uso di energie rinnovabili e riducendo le perdite dovute alla trasmissione su lunghe distanze grazie alla decentralizzazione della produzione), e l’autonomia energetica, che garantisce maggiore sicurezza e resilienza in caso di crisi o interruzioni nella fornitura. Inoltre, il coinvolgimento della comunità consente ai cittadini di avere un ruolo attivo nella gestione delle risorse energetiche locali, mentre lo sviluppo locale è promosso attraverso la creazione di posti di lavoro legati alla gestione degli impianti.
L’Italia, grazie alle sue politiche di incentivazione delle energie rinnovabili, sta vivendo una crescita significativa delle comunità energetiche. Un esempio pionieristico è quello di Magliano Alpi, un piccolo comune in provincia di Cuneo che ha avviato una delle prime comunità energetiche in Italia. Questo progetto è nato dalla volontà di ridurre l’impatto ambientale del comune e promuovere l’autosufficienza energetica, attraverso l'installazione di impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici e privati. La comunità di Magliano Alpi ha permesso ai cittadini di risparmiare sui costi dell'energia e di migliorare l'efficienza energetica delle loro abitazioni.Un altro esempio di successo è quello di Napoli Est, dove è stata creata una comunità energetica in una zona caratterizzata da disuguaglianze sociali ed economiche. Qui, il progetto ha coinvolto famiglie, scuole e piccole imprese, che hanno beneficiato di energia rinnovabile a basso costo e di un modello di partecipazione che ha rafforzato il tessuto sociale del quartiere.
Conclusioni
Nonostante i numerosi vantaggi, ci sono anche sfide significative che le comunità energetiche devono affrontare. Tra queste, vi è la necessità di un quadro normativo chiaro che ne faciliti lo sviluppo, un accesso facilitato ai finanziamenti per l'installazione degli impianti e la formazione dei cittadini sulle tecnologie energetiche. Inoltre, il coordinamento tra le diverse autorità locali e nazionali è essenziale per garantire il successo di queste iniziative. Le comunità energetiche rappresentano infatti una risposta concreta e sostenibile alle sfide poste dalla crisi energetica e dal cambiamento climatico. In Italia e nel mondo, stanno dimostrando come un modello di produzione e consumo più equo, locale e partecipativo possa non solo ridurre i costi energetici, ma anche migliorare la qualità della vita e l'ambiente.
Di Valentina Toschi