COP28: cosa aspettarsi dalla conferenza ONU di Dubai

COP28: cosa aspettarsi dalla conferenza ONU di Dubai

È ormai alle porte il più grande evento dell’anno in tema di sostenibilità. Di cosa si parlerà? Cosa dobbiamo aspettarci?

MILANO – Dal 28 novembre al 12 dicembre si svolgerà presso Expo City a Dubai la ventottesima edizione della COP. Ripercorriamo la storia di questo evento e analizziamo le prime indiscrezioni sullo svolgimento dell’edizione di quest’anno.

La storia della COP

La parola “COP” è l’acronimo di “Conference of Parties” e si riferisce alla riunione annuale dei 196 Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici durante la Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992. Il trattato ha lo scopo di ridurre le emissioni dei gas serra, responsabili del cambiamento climatico.

La prima COP si svolse a Berlino nel 1995. In questa occasione, attraverso una dichiarazione ministeriale delle Nazioni Unite, si stabiliva una fase di ricerca, della durata di due anni, per negoziare un insieme di azioni. La COP 3 si ricorda per l’adozione del protocollo di Kyoto, nel quale gli Stati si impegnarono a ridurre le emissioni di gas serra del 7% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2012. La COP 21 si ricorda per la stipula dell’accordo di Parigi, nel quale i Paesi firmatari si impegnarono a limitare l’aumento della temperatura media mondiale al di sotto di 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali.

La COP 27 si è svolta a Sharm El-Sheik dal 6 al 18 novembre 2022. È emerso che siamo molto lontani dal mantenere gli accordi di Parigi; con le politiche attuali, si potrebbe raggiungere un aumento della temperatura di 2,8 gradi rispetto alle temperature medie preindustriali.

Durante questo summit, la First Movers Coalition, la partnership pubblico-privata per commercializzare tecnologie pulite innovative nei settori “difficili da abbattere”, ha siglato accordi per 12 miliardi di dollari. Un altro aspetto positivo è quello di aver dato grande risonanza mediatica al lavoro degli scienziati, rafforzando la consapevolezza mondiale sui problemi ambientali.

La COP 28

Per l’evento è prevista un’affluenza di più di 70.000 partecipanti, tra cui capi di Stato, funzionari governativi, leader industriali internazionali, rappresentanti del settore privato, accademici, esperti, giovani, e attori non statali. L’obiettivo di questa conferenza è quello di fornire il primo bilancio globale sui progressi rispetto agli obiettivi climatici. Per la prima volta, è prevista anche la presenza di Papa Francesco, al fine di ribadire aspettative e speranze già espressi nella Laudate Deum.

L’Unione Europea, che negozia come blocco unico, spingerà per un “phase out”, ovvero un abbandono delle fonti fossili “unabated”. Mentre un altro blocco di Paesi punterà sul “phase down”, ovvero a una riduzione delle fonti fosssili. Come al solito, lo scontro verterà sulle parole da inserire nel documento da diffondere alla fine dei lavori.

Di Stefano Morretta

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