Intervista alla giornalista e conduttrice del Tg5
Pochi sanno che sei stata più volte campionessa di ginnastica ritmica. Quanto eri attenta allo stile di vita, all’alimentazione e all’idratazione?
Ero moderatamente attenta. Soprattutto all’alimentazione, anche perché non riuscivo a stare a dieta per più di due giorni (difetto che mi è rimasto). Sono molto più attenta ora forse perché sono più informata su quanto sia importante un certo tipo di alimentazione per la pratica sportiva e in generale per la salute. L’idratazione per me contava poco. Solo quando in palestra arrivò un ex nazionale di tiro del giavellotto, come aiuto allenatore, io scoprii il potere dei sali minerali! Lo stile di vita lo dettavano gli orari assurdi degli allenamenti: dopo aver passato 5-6 ore in palestra 6 giorni su 7 non avevi tante velleità di tirar tardi la sera… Anche se io pretendevo comunque di uscire spesso, come ricorda con rammarico mia madre.
Quali consigli ti senti di dare alle giovani ragazze che intraprendono questo sport?
Consiglio di non scoraggiarsi alle prime difficoltà. Sono tante le doti che deve avere una ginnasta, capacità atletiche e di concentrazione, ma tutto si può migliorare con duri allenamenti se c’è una volontà di ferro. Dunque crederci e provarci. Ricordando però che –come tutti gli sport praticati a livello agonistico- serve una totale dedizione in un momento, quello dell’adolescenza, in cui non è facile fare sacrifici. Solo guidati da una grande passione (e da qualche successo) si può resistere.
In base alla tua esperienza, ritieni che condurre uno stile di vita sano possa essere vissuto da un adolescente come un limite piuttosto che come un’opportunità per star bene?
Trovare un giusto equilibrio tra “stile di vita sano” e le necessità di un adolescente non è facile. Per me era certamente un limite, solo da pochi anni ho capito che è un’opportunità per star bene. Un adolescente vive nel mito del super-uomo(donna) ed è difficile fargli accettare sacrifici in nome dello “star bene”. Lo si capisce quando è troppo tardi.
Da attenta osservatrice della società, quanta consapevolezza credi ci sia sull’importanza di uno stile di vita sano che sposi alimentazione e attività fisica?
Come ho detto prima, oggi c’è molta più consapevolezza rispetto a 20 anni fa. Ma ci sono ancora molte mancanze. Una su tutte: nelle scuole pubbliche non si da ancora la giusta importanza all’ora di educazione fisica. E questo, secondo me, è molto grave.
Ma sono i genitori a essere troppo permissivi o i figli a non essere attenti?
Parlo per mia esperienza personale, avendo un figlio che gioca a calcio a livello semiprofessionistico e uno a basket. Io sono molto permissiva anche se parlo sempre ai miei figli di cibi “buoni” e utili allo sportivo (poca carne, carboidrati giusti, pochi zuccheri, tanta frutta e verdura, integratori vari omega 3, 6 ecc). Il risultato è che i miei figli mangiano frutta ma non toccano una verdura! Credo, e spero, però che l’esempio dei genitori serva comunque. Quel che conta è dargli le giuste informazioni poi da grandi qualcosa resterà in memoria.
Sei una professionista del tv ma anche un’appassionata di new media. Come stanno cambiando dal tuo punto di vista il modo di fare informazione?
E’ cambiato tutto e cambierà ancora. Il web ci aiuta e ci condiziona. I social network sono ormai nostri strumenti quotidiani per comunicare e trovare informazioni. Ancora devo capire però se tutto questo è un bene o un male. Vedo persone schiave di smartphone e tablet, “drogate” di app e social. La vera informazione per me resta una: raccontare quel che il giornalista vede con i suoi occhi. Ed è sempre più raro che accada.
Domitilla Savignoni cura anche un blog personale. Per leggerlo clicca qui
aggiornato il 18 giugno 2014