Roberto Cavallo, lo scrittore che aiuta le aziende verso la sostenibilità

Roberto Cavallo, lo scrittore che aiuta le aziende verso la sostenibilità

Dal legame familiare alla leadership nella sostenibilità: esperienze, progetti di successo e semplici consigli per un futuro più verde.

MILANO – Roberto Cavallo è uno scrittore, imprenditore e assessore alla transizione ecologica del comune di Alba. Il suo legame con il territorio piemontese è davvero molto forte; infatti, a seguito dell’alluvione del 1994, decide di dar vita a un progetto imprenditoriale fondando E.R.I.C.A., per sensibilizzare enti pubblici e privati sull’importanza di intraprendere percorsi virtuosi nel campo della sostenibilità. 

La sua attenzione nel campo della sostenibilità ha radici lontani e profonde. Il nonno contadino e gli interessi del padre lo hanno portato a intraprendere un percorso di studi legato alle scienze agrarie.

Nel 1996 inizia il suo percorso con E.R.I.C.A, cooperativa che opera nel settore della consulenza ambientale di cui è ancora amministratore delegato e che ha già collaborato con più di 2000 comuni e con decine di aziende private. Il suo impegno quotidiano da quasi 30 anni lo ha portato a ottenere il riconoscimento come Linkedin Top Voice Ambiente, una grande responsabilità.

Nell’intervista fornisce anche qualche consiglio pratico per essere più attenti all’ambiente nella vita di tutti i giorni.

 

Ciao Roberto, parlaci un po’ di te, com’è nato il tuo interesse per la sostenibilità?

Credo che la mia passione per la sostenibilità sia nata da un mix tra le estati da bambino passate con mio nonno contadino, la fede di mia mamma e l’aver accompagnato mio padre nelle sue ricerche naturalistiche. Gli interessi di mio padre spaziavano dalla botanica all’entomologia, passando per la paleontologia, e a casa dei miei genitori si alternavano ricercatori da tutta Europa, motivo per cui ho assorbito fin da piccolo l’attenzione per la ricerca, ma soprattutto per la delicatezza dell’equilibrio naturale.

 

Com’è nata E.R.I.C.A. e qual è il suo obiettivo? Puoi parlarci di un progetto della cooperativa particolarmente significativo per te?

ERICA è nata nel 1996 a seguito della grande alluvione che, nell’autunno del 1994, colpì il sud del Piemonte. Capimmo che si era rotto qualcosa nel rapporto con l’ambiente, che gli abitanti di Alba, in particolare, avevano dimenticato come il fiume Tanaro e i suoi affluenti fossero già esondati nei decenni precedenti facendo molti danni, che le alluvioni sono un fenomeno ricorrente e che il rapporto con il fiume richiede rispetto.

Decidemmo così di dar vita ad un soggetto che coniugasse la ricerca e la progettazione di percorsi di sostenibilità con la comunicazione ambientale.

In questi primi 28 anni abbiamo collaborato con oltre 2000 comuni in Italia, in Europa e nel mondo, e con decine di imprese private. Abbiamo accompagnato grandi eventi sportivi come il Giro d’Italia e il Tor des Geants affinché diventassero più sostenibili.

Mentre parliamo, la mente non può che tornare a un progetto significativo. Tra il 2017 e il 2018, abbiamo collaborato con la Cooperazione Italiana e l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi nella redazione di linee guida per la gestione dei rifiuti nella Striscia di Gaza. Abbiamo attivato la raccolta differenziata dell’umido e il successivo compostaggio nel campo di Nuseirat, ottenendo risultati interessanti.

 

Che significato ha per te, come Top Voice su LinkedIn, essere una fonte di ispirazione sui temi dell’ecosostenibilità? E quale importanza attribuisci a questo ruolo per le generazioni future?

Una grande responsabilità. In un periodo storico di over comunicazione, il rischio di cadere nella diffusione di notizie false è molto alto, per questo cerco di documentarmi al meglio, confutare ciò che leggo, ricorrendo soprattutto alla letteratura scientifica; in questo la mia formazione di ricercatore mi aiuta a darmi un metodo.

C’è anche il rischio di “montarsi la testa”, ma per fortuna, i temi ambientali aiutano a tenere i piedi per terra! L’uso dei social permette di mantenere un rapporto con una comunità geograficamente lontana e molto diversificata dal punto di vista dell’età. In questo senso il rapporto con le generazioni più giovani si fa più stimolante, dal momento in cui si instaura un ruolo di scambio mutualistico.

 

Quale consiglio pratico daresti ai nostri lettori per condurre uno stile di vita più sostenibile?

Direi di pensare sempre che ogni gesto, anche il più piccolo, conta. Poi consiglierei di fare le cose insieme, perché è più bello, perché ci si dà coraggio vicendevolmente, perché è più efficace: pensiamo al compostaggio collettivo, ai gruppi di acquisto solidale, alle stoviglioteche, alle comunità energetiche rinnovabili.

Chiudo con questo consiglio, dal momento che quest’anno il tema della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti è lo spreco alimentare. Quando torniamo da fare la spesa, prima di riporre i nuovi acquisti, svuotiamo il frigorifero e la dispensa, mettiamo a posto ciò che abbiamo appena comprato e rimettiamo davanti ciò che c’era prima, così riduciamo il rischio di dimenticare qualcosa e finire ciò che scade prima!

 

Di Valentina Toschi

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