MILANO – Trovare l’acqua nel deserto non è più un miraggio. Uno studio scientifico recente del MIT (Massachusetts Institute of Technology) e dell’Università della California Berkeley pubblicato sulla rivista Science Advances sul tema “Practical water production from desert air”, ha dimostrato che è possibile estrarre l’acqua presente nell’aria persino in condizioni atmosferiche particolarmente ostili quali quelle desertiche.
Tali ricercatori americani hanno infatti messo a punto un dispositivo ad alta tecnologia per catturare le molecole d’umidità relativa presenti nell’aria che, nel deserto dell’Arizona, raggiungono un livello massimo del 40% di notte e dell’8% durante il giorno.
Il funzionamento del prototipo
Il prototipo di tale dispositivo, testato sia in laboratorio che nel deserto americano dell’Arizona, utilizzando fino a 1,2 kg di struttura metallica-organica (MOF)-801, un materiale poroso che agisce alla stregua di una spugna, ha prodotto 100 g di acqua per ogni chilogrammo di MOF-801 in un ciclo giorno-notte, utilizzando solo il raffreddamento naturale e la luce solare ambientale come fonte di energia.
Sviluppi futuri
Nonostante le discrete perfomance ottenute dal dispositivo, i ricercatori sono già al lavoro per perfezionarlo, sostituendo lo zirconio con una polvere a base di alluminio MOF-303, decisamente più economica dello zirconio e soprattutto in grado di catturare il doppio dell’acqua dall’umidità relativa presente nell’aria, stando ai test effettuati in laboratorio e che il team si appresta a effettuare quest’estate nell’aridissima e impervia Death Valley .
Sulla base dei risultati ottenuti, il gruppo di ricercatori è dunque fiducioso che tale strumento, se impiegato su larga scala grazie a opportuni finanziamenti, potrebbe rivelarsi decisivo per implementare l’approvvigionamento di acqua soprattutto in zone desertiche estremamente aride.
di Salvatore Galeone
19 giugno 2018
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