Che cos’è il Net Zero e perché è importante misurare la sostenibilità nella transizione energetica

Che cos’è il Net Zero e perché è importante misurare la sostenibilità nella transizione energetica

Scopri come raggiungere l'obiettivo Net Zero entro il 2050 e l'importanza di misurare i progressi con specifici indicatori per monitorare correttamente.

MILANO – Negli ultimi anni il termine Net Zero è molto in voga nei vari media nazionali e internazionali. Qual è la sua definizione? Quali sono i parametri per misurarlo? Scopri un esempio virtuoso.

Net Zero: di cosa si tratta

Il Net Zero si riferisce all’equilibrio di gas serra prodotti dalle attività umane e la quantità rimossa dall’atmosfera. Gli impegni relativi al Net Zero sono cruciali per tutti quelli Stati che hanno aderito all’accordo di Parigi, che prevede di limitare il riscaldamento globale sotto la soglia dei 2 gradi, al fine di evitare conseguenze estremamente dannose per il clima. L’Unione Europea si è posta degli obiettivi ancora più stringenti: riduzione delle emissioni del 40% entro il 2030 e neutralità climatica entro il 2050. “Il Net-Zero Industry Act dimostra il nostro impegno collettivo a costruire un settore industriale più sostenibile, resiliente e competitivo in Europa”, queste le parole di Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, pronunciate a febbraio, a margine dell’accordo provvisorio sul Net-Zero Industry Act.  Il settore energetico contribuisce in modo determinante al livello totale di emissioni globali: si stima infatti che circa la metà delle emissioni derivi dalla produzione di elettricità e calore. A tal Proposito l’IEA ha diffuso un report intitolato “Net Zero by 2050” nel 2021, nel quale fornisce delle linee guida concrete per passare a un sistema energetico a 0 emissioni.

Quali sono i parametri per misurarlo

Per arrivare alla neutralità climatica è necessario che ogni ente, pubblico o privato, calcoli la quantità di emissioni prodotte. Per fare questo, esiste un parametro, denominato “Carbon Footprint”, che è indispensabile per monitorare i progressi. Questo indice si ottiene dalla somma delle emissioni dirette (l’inquinamento derivante dai processi industriali) e indirette (la produzione dell’energia e l’impatto ambientale del consumo di un prodotto). L’obiettivo è quello di fornire informazioni complete sull’impatto ambientale, in modo da consentire a tutti di adottare uno stile di vita più sostenibile. Per quanto riguarda le aziende esistono due standard internazionali che permettono di valutare l’impronta di carbonio, uno emesso dal WRI/WBCSD (GHG Protocol) e l’altro dall’ISO (ISO 14064-1).

L’impegno del Gruppo Sanpellegrino

Il Gruppo Sanpellegrino diffonde ogni anno un bilancio di sostenibilità. Nell’ultimo bilancio ci sono diversi indicatori positivi per quanto riguarda la riduzione dell’impronta di carbonio dell’azienda; tutte le bottiglie di acqua S.Pellegrino, Acqua Panna e Levissima sono Carbon Trust e il 71% dei prodotti trasportati su mezzi a basso impatto ambientale. Gli obiettivi per il 2025 sono ancora più sfidanti: raggiungere il 50% di plastica riciclata, certificare tutti i propri stabilimenti secondo lo standard dell’International AWS e generare un impatto positivo attivando progetti in grado di rendere disponibile, alle comunità in cui il Gruppo opera, quantitativi aggiuntivi di acqua.

 

Di Stefano Morretta

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