MILANO - Durante la COP26, la conferenza sul clima tenutasi a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre 2021, è emersa la necessità di intervenire per ridurre l’inquinamento atmosferico dovuto alle emissioni di CO2. Da molti Paesi è arrivato l’invito rivolto a tutti ad impegnarsi concretamente nel cercare di frenare le emissioni di anidride carbonica, così da provare a limitare gli effetti dei cambiamenti climatici. Vediamo qual è lo scenario attuale e quali sono le Nazioni che emettono maggiori quantità di anidride carbonica nell’atmosfera.
Le emissioni di CO2 nel mondo negli ultimi 10 anni
Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), l’organizzazione mondiale che dal 1974 studia come viene prodotta, distribuita e utilizzata l’energia mondiale, nel 2019 le emissioni mondiali si sono stabilizzate a 33 miliardi di tonnellate (Gt) di CO2, in linea con i risultati dell’anno precedente, mentre nel 2016 e 2017 erano cresciute da 32,2 a 32,7 Gt. Ciò è dovuto principalmente a un forte calo delle emissioni di CO2 del settore energetico nelle economie avanzate, grazie al ruolo in espansione delle fonti rinnovabili (principalmente eolico e solare fotovoltaico), al passaggio del combustibile dal carbone al gas naturale e alla maggiore produzione di energia nucleare.
Le emissioni globali di CO2 derivanti dall'uso del carbone sono diminuite di quasi 200 milioni di tonnellate (Mt), pari al -1,3%, rispetto ai livelli del 2018, compensando l'aumento delle emissioni di petrolio e gas naturale. Le economie avanzate hanno visto le loro emissioni diminuire di oltre 370 Mt (o 3,2%), con il settore energetico responsabile dell'85% del calo. Il clima più mite in molte grandi economie rispetto al 2018 ha avuto un effetto importante sulle tendenze, riducendo le emissioni di circa 150 Mt. Anche la crescita economica globale più debole ha svolto un ruolo, moderando l'aumento delle emissioni nelle principali economie emergenti come l'India.
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Secondo il rapporto dell’EIA, la Cina oggi produce 9,481 Gt di anidride carbonica, quasi il doppio di quella emessa dagli USA (4,888 Gt). Tuttavia, se si leggono i dati considerando la produzione pro-capite e il fatto che la Cina sia quattro volte più popolosa americana, gli USA andrebbero considerati al primo posto nella classifica dei maggiori emettitori pro capite di anidride carbonica a livello mondiale in relazione ai consumi.
Stato |
Mt (Milioni tonnellate CO2 emesse) |
Continente |
9.481 |
||
4.888 |
||
2.309 |
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1.640 |
||
1.030 |
||
620 |
||
583 |
||
586 |
||
Arabia Saudita |
492 |
|
570 |
Le emissioni di anidride carbonica in Italia, cosa è cambiato negli ultimi anni?
Secondo i dati preliminari dell’Annuario dei dati ambientali, la più completa raccolta di statistiche e informazioni sullo stato dell’ambiente in Italia realizzata e curata dall'Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), nel 2021 in Italia si è registrato un aumento dei gas serra, con un incremento delle emissioni dello 0,3%. Questo a fronte di una previsione in salita per il Pil dell’1,9%. La causa dell’aumento delle emissioni secondo ISPRA è la “ripresa delle attività economiche”.
Alla previsione si giunge grazie alla riduzione delle emissioni CO2 per la produzione di energia elettrica (meno 1,4%), all’incremento della produzione idroelettrica a fronte di un aumento della domanda di energia e alla riduzione dei consumi energetici nei trasporti (meno 0,9%); con un incremento delle emissioni negli altri settori, tipo l’industria (più 2,7%) e il riscaldamento (più 1,5%).
L’Italia, quindi, ha fatto meno bene del 2020, quanto il taglio delle emissioni di gas serra è stato del 9,8% rispetto al 2019, a fronte di una riduzione del Pil dell’8,9%. Secondo la precedente valutazione dell’ISPRA, nel 2019 le emissioni di gas serra erano diminuite del 19% rispetto al 1990 (il 2,4% rispetto al 2018), passando da 519 a 418 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Una riduzione delle emissioni dovuta principalmente alla crescita delle fonti di energia rinnovabili, all’incremento dell’efficienza energetica e alla riduzione del carbone. I settori dedicati alla produzione di energia e dei trasporti sono invece responsabili di “circa la metà delle emissioni nazionali” di gas serra.
Di Salvatore Galeone