Sodio, magnesio, calcio e potassio contenuti nelle acque minerali danno ai piloti delle due e delle quattro ruote una marcia in più
MILANO - Di solito, i piloti di Formula 1, Moto GP e Superbike vengono paragonati a dei computer o a dei robot perfetti, per la loro capacità di rimanere concentrati per molto tempo senza commettere la minima imperfezione durante la guida. In realtà, si tratta di atleti come quelli delle altre discipline sportive, che per restare al top devono concentrarsi sul loro fisico e curare la propria alimentazione, facendo soprattutto attenzione al reintegro idrico durante la gara. Il dottor Massimo Corbascio, responsabile della Clinica Mobile Superbike e dal 2000 al 2005 responsabile sanitario per il Gran Premio di Formula 1 ad Imola, ci spiega come si preparano piloti e centauri prima e durante un GP.
L’IDRATAZIONE PER I PILOTI - Il dottor Corbascio sottolinea come il professionismo nel mondo delle corse oggi abbia raggiunto livelli elevati. “Tutti i piloti fanno molta attenzione alla preparazione di una gara. Ogni pilota ha le proprie abitudini e adotta una preparazione atletica personalizzata. Molti hanno il proprio fisioterapista e sono affiancati da personal trainer esperti di medicina sportiva”. Il responsabile della Clinica Mobile per la Superbike distingue tra l’idratazione del pilota prima di affrontare un Gran Premio e quella che avviene dopo la gara. “La mattina e durante la gara, consigliamo ai piloti una lenta idratazione (200-400 ml) ogni 30-40 minuti di tipo iso-ipotonico, ovvero acqua con meno sali. Dopo la gara per reintegrare i sali persi col sudore, consigliamo invece un idratazione ipertonica, con una maggiore presenza di sali nell’acqua”. Secondo il dottor Corbascio i piloti, in condizioni standard, perdono dal 2 al 3% di peso corporeo dei liquidi, che reintroducono bevendo acqua minerale naturale con all’interno l’aggiunta di sali. “In particolare in Superbike, i piloti durante le 2 manche perdono dagli 800 ml ai 2 litri d’acqua, e nel giorno del Gran Premio, bevono dai 2 ai 4 litri d’acqua”.
DALLE DUE ALLE QUATTRO RUOTE - Nel mondo dei motori, le reazioni fisiche dei piloti di F1 o auto e quelle dei centauri di Moto GP o Superbike cambiano. “Durante una gara, i centauri solitamente trascorrono 40 minuti in sella alla loro moto, con una frequenza cardiaca di 200 battiti al minuto, mentre i piloti di auto rimangono in media un ora e mezza in pista, con una frequenza cardiaca leggermente inferiore, perché essi sono immobili all’interno del proprio abitacolo”. Differenze dovute anche alla diversa tipologia del mezzo, a seconda che si tratti delle due o delle quattro ruote. “All’interno dell’abitacolo di una monoposto, il calore avvertito da un pilota di Formula 1 è superiore rispetto a un centauro sulle due ruote, che trovandosi in moto viene arieggiato continuamente”.
I SALI AIUTANO - Il dottor Corbascio indica i minerali contenuti nell’acqua che aiutano il pilota ad affrontare al meglio un Gran Premio. “Le sostanze più utili durante l’attività fisica sono sodio, magnesio, calcio e potassio, ovvero i sali principali che sono contenuti in quasi tutte le nostre acque minerali”. In casi particolari, per arricchire la quantità di sali presenti nelle acque in commercio nei Paesi in cui si gareggia, si fa ricorso a una integrazione effettuata comunque sotto la nostra supervisione”.
SERBATOIO INCORPORATO - In che modo un pilota riesce a bere durante un Gran Premio? “Durante la gara – spiega Corbascio – alcuni centauri mettono all’interno della loro “gobbina” un serbatoio di mezzo litro d’acqua, collegato con una cannuccia al casco, grazie al quale quando si trovano in rettilineo riescono a bere, in modo tale da tenere le mucose sempre idratate e avere un certo sollievo. I piloti di formula 1, invece, hanno il loro serbatoio dietro la nuca all’interno dell’Hans, la specie di collare che evita che la testa sbatta contro il volante in caso di incidente”.
ATTENZIONE AL CALDO - Il reintegro idrico, oltre a dipendere dalla durata della gara, dal tipo di mezzo e dalle abitudini del pilota, è strettamente legato alla temperatura esterna dell’ambiente. “Quando la temperatura esterna è molto alta, la quantità dei liquidi nel corpo normalmente è superiore. I piloti soffrono la sete soprattutto durante i Gran Premi che si svolgono vicino l’equatore, come ad esempio in Malesia, dove la temperatura dell’asfalto raggiunge i 60 gradi e quella dell’ambiente è superiore ai 40 gradi. Temperature molto alte si si registrano anche in Italia, ad esempio quando si corre in estate a Misano, a Monza o al Mugello. In questi casi, consigliamo ai nostri piloti di bere una maggiore quantità di acqua”.
ERRORI E CONSEGUENZE- Quando i piloti sono sotto sforzo e la loro frequenza cardiaca supera i 180 battiti al secondo, se non perfettamente idratati essi possono avere una mancanza di riflessi e lucidità, con un conseguente aumento della salivazione. Una cattiva idratazione può portare i piloti a commettere degli errori durante una gara. Anche i campioni più conosciuti non sono stati immuni a certi episodi di disidratazione. Il dottor Corbascio ricorda quando il pluri-iridato centauro britannico Carl Fogarty durante una gara ha avuto conati di vomito nel casco perché evidentemente aveva raggiunto un grave stato di disidratazione. Un episodio analogo è avvenuto in Formula 1 al pilota Mark Webber durante il GP del Giappone del 2007. “Quando non superi l’eliminazione di liquidi con il reintegro, l’organismo si difende cercando di reagire a queste situazioni di mancanza d’acqua nel corpo”. Da un eccesso all’altro: il responsabile della Clinica Mobile Superbike sottolinea infine qual è uno degli errori più comuni che un pilota può commettere. “E’ errato pensare che mettendo più sali all’interno dell’acqua si abbia un incremento di energia fisica. Anzi, anche in questo caso si può andare incontro a problemi intestinali”.
6 aprile 2012