L’acqua, protagonista assoluta della pittura impressionista, specchio dell’animo umano.
MILANO - Quando il talento artistico incontra la bellezza della natura, non possono che nascere grandi capolavori e tante sono le opere pittoriche ispirate dall’acqua. Le Ninfee di Monet, sospese sull’acqua, ne sono la prova, grazie ai riflessi e alle emozioni capaci di risvegliare ancora oggi nello spettatore. Dedicata proprio all’artista francese la mostra “Monet au coeur de la vie”, che dal 14 settembre al 15 Dicembre prende luogo presso le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia per celebrare uno dei massimi esponenti dell’Impressionismo, famoso in tutto il mondo.
LA MOSTRA - Il curatore della mostra Philippe Cros, ha voluto proporre l’esposizione non come un asettica sfilata di capolavori, ma come un vero e proprio viaggio nella vita stessa dell’artista, dell’uomo, che per oltre sessant’anni dipinse instancabilmente, dando origine a un lavoro che incarna la forma più pura di impressionismo e che ha gettato le basi della successiva arte moderna. A raccontare il maestro, sei personaggi importanti nella sua vita: dal padre Adolphe Monet, al suo primo maestro, Eugène Bodin, dalla sua prima moglie e madre dei suoi due figli, Camille Doncieu, ad Alice Hoschedé, seconda moglie, fino a George Clemenceau, uno dei più ferventi sostenitori dell’artista. Le opere scelte provengono dai musei più prestigiosi del mondo: dal celebre Musée d’Orsay di Parigi al Columbus Museum of Art in Ohio, Stati Uniti, dalla Johannersburg Art Gallery in Sud Africa al Mnar di Bucarest in Romania e The Latvian National Museum of Riga.
MONET E L’ACQUA - Protagonista delle sue opere ed elemento fondamentale nella pittura impressionista, l’acqua. Essa è rappresentata mobile e riflettente; tutto ciò che la sovrasta e la circonda vi si specchia con i suoi diversi colori, i quali si influenzano reciprocamente e si fondono, tornando a influenzare gli stessi oggetti riflessi. Per Monet però, l'acqua non è soltanto uno specchio moltiplicatore di colori in movimento. Essa esprime piuttosto il senso della relatività di tutti i nostri rapporti con ciò che ci circonda, ancora di più la relatività del nostro «essere» stesso, non soltanto perché i riflessi variano continuamente, ma piuttosto, perché essa, pur presente e tangibile fisicamente, pur apparentemente sempre uguale, non è mai la stessa.
Aggiornato il 18 settembre 2013