MILANO - Una culla d’acqua, è questo ciò che ci accoglie dal nostro primo istante di vita. È l’acqua l’elemento che ci nutre e ci protegge fin quando non siamo abbastanza pronti per il mondo fuori. Ed è madre, colei che amorevolmente la contiene, ci contiene. Il legame tra la profondità del sentimento materno e quella di un abisso è, pertanto, intrinseco.
Volendo andare al di là, però, si potrebbe parlare della liquidità dell’amore che una madre prova verso il proprio figlio. Sì, si dovrebbe proprio parlare di un sentimento liquido. Che riempie, rinfresca, riscalda. Che si insinua nelle ferite di un cuore bambino, così come in quelle di un adulto. E le cura, a bassa voce. Perché una madre è madre. Sempre. Solo che col tempo impara a modulare la voce, mettendosi spesso in un angolo, senza perdere l’orizzonte, fatto di quei figli che ha cresciuto e che devono andare, ma che possono sempre tornare. Che di amore ce n’è, eccome.
L’acqua è essenziale. E, una madre, lo è?
Ognuno di noi ha in sé la forza di vivere e sopravvivere, anche chi si ritrova senza la sua mamma. Ce la fa anche lui, ricomincia. Trova in sé abbastanza spazio per contenere la perdita. E va avanti. Col suo dolore.
Attenzione, però: un figlio, mai potrà disperdere il suono di quel battito di cuore, perché solo lui veramente lo conosce. Da dentro.
La maternità è liquida.
Torniamo all’acqua.
Torniamo, che di amore lì ce n’è. Eccome.
Vittoria Coppola