BALI (Indonesia) – Amido di manioca e olio vegetale: questa la ricetta della nuova bioplastica inventata da Kevin Kumala, un biologo balinese, per tutelare una delle perle più belle dell’Oceano Indiano. L’isola di Bali è considerata infatti un gioiello dell’arcipelago indonesiano, meta turistica famosa per spiagge idilliache e foreste lussureggianti. Eppure più della metà dei rifiuti polimerici che finisce negli oceani (circa il 60 per cento del totale) proviene da cinque nazioni asiatiche: Cina, Filippine, Thailandia, Vietnam e per l’appunto, Indonesia. Da questo problema, come ha documentato la CNN, che ha raccontato la storia, ne è nata un’opportunità.
Bioplastica commestibile
Il materiale creato è al 100% di origine naturale, essendo privo di additivi di origine fossile o artificiale. È biodegradabile (da tre a sei mesi a seconda delle condizioni del suolo), compostabile e si scioglie nel giro di pochi minuti se immerso in acqua calda, senza lasciare nessun residuo tossico. E’ così sicuro Kumala, da dare in prima persona una dimostrazione sciogliendo un pezzo della sua bioplastica in bicchiere e bevendolo. “Volevo mostrare come questa bioplastica fosse così innocua per gli animali marini che anche un essere umano potesse berla. Non ero nervoso perché ha superato i test di tossicità per via orale”.
Gli obiettivi
Nel 2014, l’imprenditore ha lanciato una società, la Avani Eco, che oggi produce quattro tonnellate di biomateriale al giorno che viene utilizzato per prodotti, tra cui i sacchetti di plastica, contenitori da asporto e imballaggi. Ma rendere la manioca un concorrente alla plastica tradizionale è stata una strada in salita. All’inizio pochi investitori erano pronti a scommettere sull’impresa. E, al di là dei finanziamenti, riuscire a vendere dei prodotti più costosi di quelli ottenuti con plastica tradizionale, è stata una vera e propria sfida. Sfida tuttavia vinta come spiega Kumala: “Il governo ora ci sostiene e stiamo lavorando con loro per creare una tabella di marcia per essere plastic free entro il 2018”.
La bioplastica nel mercato delle acque minerali
Il ricorso alla plastica di origine vegetale ha portato nelle settimane scorse alla collaborazione tra due colossi, Nestlé Waters e Danone, per accelerare lo sviluppo e l’innovazione anche nel settore delle acque minerali. Gran parte di questi sforzi è dedicata allo sviluppo di soluzioni di packaging innovative, riciclabili e prodotte con risorse rinnovabili, oltre che alla promozione del riciclo. Le due aziende, che singolarmente avevano notato l'approccio unico di ORIGIN Materials, hanno deciso di unire le proprie forze per accelerare lo sviluppo di questa promettente tecnologia.
di Alessandro Conte
7 aprile 2017