MILANO - Fare rete consentendo a decine di aziende famigliari di essere presenti sulle tavole di tutta Italia. È questo il segreto del successo di Biofarm secondo Osvaldo De Falco, Fondatore e CEO della prima azienda agricola in Italia diffusa e condivisa, dove chi produce il cibo e chi lo consuma sono connessi. La possibilità di “adottare” o regalare alberi da frutta, olivi, vigne e alveari, seguirne online la cura, per poi ricevere a domicilio i loro prodotti, ha dato vita a un “social marketplace”. De Falco ha raccontato all’interno del Bilancio di Sostenibilità 2021 del Gruppo Sanpellegrino la storia della sua azienda, il cui successo è stato possibile anche grazie alla collaborazione e all’opportunità di fare rete con altre imprese come Sanpellegrino.
Il modello di business
34 anni, figlio di agricoltori, calabrese della provincia di Cosenza, Osvaldo De Falco viveva a Milano e lavorava come consulente finanziario di un gruppo multinazionale. Poi, arriva la decisione di tornare in Calabria “per dare una mano a mio padre che nella sua azienda agricola produceva arance e clementine, vendute a pochi centesimi. Con Giuseppe, amico e oggi socio, abbiamo cambiato modello di business mettendo insieme due concetti solo apparentemente antitetici: guadagno e dono, insomma il diavolo e l’acquasanta.”
Adotta, monitora, acquista
Fondata nel 2015, Biorfarm valorizza il lavoro dei piccoli agricoltori rispettando l’ambiente e mostra ai consumatori cosa c’è dietro al cibo che consumano ogni giorno: lavoro, passione, conoscenza. Il tutto attraverso il paradigma “adotta, monitora, gusta”. Osvaldo De Falco racconta come dall’anno della sua fondazione la sua rete sia cresciuta: 40.000 utenti e oltre 70 aziende che “hanno consentito ai propri dipendenti o clienti di adottare un albero, un alveare, un piccolo appezzamento ‘vissuti’ in tempo reale, seguendone l’evoluzione per poi gustarne i prodotti.”
La collaborazione con il Gruppo Sanpellegrino
Un approccio il cui successo è dovuto alla collaborazione con imprese quali Sanpellegrino le cui persone hanno adottato oltre 500 alberi di agrumi di 4 aziende agricole, due in Calabria e due in Sicilia, creando valore ambientale e sociale: “i frutteti hanno consentito di stoccare 32.000 kg di CO2 equivalenti alle emissioni di un’auto di media cilindrata per oltre 250.000 km (fonte: Life Cycle Communication Tool Scuola Sant’Anna) e di remunerare in modo equo i produttori, l’80% in più rispetto alla filiera tradizionale.”
La forza della condivisione
Due aspetti non secondari secondo De Falco sono quelli della comunicazione e della condivisione: “Biorfarm, ad esempio, punta a reintrodurre nel ciclo di consumo i prodotti “brutti e buoni” sotto calibro o macchiati, rifiutati dalla grande distribuzione e supporta tutti i piccoli produttori che con la loro dedizione conservano identità territoriale proteggendo la biodiversità.” Il prossimo passo? “Costruire la più grande azienda agricola digitale e condivisa d’Europa. Perché se piccolo è bello è l’unione che fa la forza.”
Di Prisca Peroni