ROMA – Continua presso il Palazzo Chigi l’elaborazione delle nuove linee guida essenziali per le oltre 7000 opere previste dal piano nazionale di prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico.
Gli interventi strutturali a difesa del territorio
Gli interventi di cementificazione e di restringimento delle sponde fluviali o la copertura di fiumi e torrenti che hanno aumentato alluvioni e allagamenti saranno assolutamente vietati. Saranno tuttavia autorizzati, in coerenza con altre prescrizioni emanate precedentemente, interventi strutturali a difesa del territorio, come le vasche di laminazione, e nuove opere previste come obbligo dallo Sblocca Italia dei ‘contratti di fiume’ per riqualificare e rinaturalizzare i tratti fluviali.
Le nuove linee guida contro il dissesto idrogeologico
“C’è da modificare una storia di cattiva progettazione – spiega Mauro Grassi, direttore di #italiasicura – che ci ha portato spesso a spendere lentamente e male le risorse impegnate. Le nuove linee guida dovranno essere adottate per ogni opera lungo i nostri fiumi, sui versanti e sulle coste con una valutazione accurata delle diverse alternative di intervento anche attraverso accurate analisi costi/benefici come sostiene la UE nella direttiva alluvioni. Le nuove linee guida saranno un passo importante per una progettazione di qualità, sostenuta con il nuovo Fondo di rotazione per la progettazione di 100 milioni previsto dalla Delibera Cipe di Febbraio, per la predisposizione del Piano Nazionale contro il dissesto idrogeologico che prevede oltre 7000 opere per gran parte ancora alla fase iniziale della progettazione”.
Il parere dei geologi
“Stiamo andando avanti velocemente con l’analisi di tutti i documenti raccolti e dei suggerimenti arrivati –spiega Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi e coordinatore del lavoro sulle linee guida per #italiasicura – a settembre avremo il documento finale con le nuove linee guida, l’obiettivo è una forma più snella per un’applicazione più facile e con grande attenzione ai territori, alle nuove tecnologie, ai monitoraggi e alla valutazione del rischio, al piano delle manutenzioni, al quadro giuridico”.
di Redazione