Gli Emirati Arabi investono per “far piovere” le nuvole

Gli Emirati Arabi investono per “far piovere” le nuvole

5 milioni di dollari investiti in ricerca per studiare nuovi sistemi che favoriscano la pioggia contro la siccità

MILANO –  Il grande problema degli Emirati Arabi è sempre stato quello dell’acqua. Il Paese riceve meno di 100 millimetri di pioggia all'anno e gran parte di questa svanisce per l’evaporazione, a causa del caldo estremo. Il Governo, per cercare di invertire questa situazione,  ha deciso di investire svariati milioni nella ricerca, per cercare di “strappare” letteralmente l’umidità alle nuvole.

Il tentativo di  Sufian Khaled Farrah

Quale mese fa  il meteorologo Sufian Khaled Farrah ha fatto decollare dall’aeroporto di Al Ain sei aerei bimotori per farli volare all’interno di nuvole che si erano formate nel frattempo. Il loro compito è stato quello di sparare 162 razzi carichi di minuscole particelle di cloruro di potassio e cloruro di sodio. Questa azione ha provocato la caduta di una leggera pioggerellina in gran parte del Paese. Dopo i segnali di speranza lanciati dall’esperimento di Farrah, gli Emirati Arabi Uniti vorrebbero garantire un maggiore approvvigionamento idrico del Paese seguendo questa strada.

Lanciato un Premio Internazionale

Nell’ultimo mese è stato lanciato un Premio Internazionale di Ricerca per il cambiamento del clima, che ha portato alla concessione di una prima tranche di 5 milioni di dollari a ricercatori provenienti tra l’altro da Germania e Giappone. “Ci sono molte tecniche per preservare le risorse idriche - ha detto Masataka Murakami, dell'Istituto di Nagoya - Ma solo le precipitazioni possono produrre le quantità d’acqua necessarie per tutti”. Questa nazione,  pur avendo un grande limite naturale, rappresenta uno dei Paesi con il più alto tasso di consumo d’acqua pro capite.

Progetti futuri

Nel corso dei prossimi tre anni, una squadra di studiosi implementeranno il numero  di sensori e di algoritmi, per individuare le nubi più promettenti. Un team tedesco, guidato dal professor Volker Wulfmeyer dell'Università di Hohenheim, studierà come i venti e la topografia influenzano la formazione di nubi e il loro movimento. Linda Zou invece, guiderà un team di ricercatori dal Masdar Institute degli Emirati Arabi, utilizzando la nanotecnologia, per aumentare la condensazione dell'acqua all'interno della nube.

di Alessandro Michielli

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