MILANO – Come già recentemente affermato in uno studio LinkedIn, nelle aziende è esponenzialmente cresciuta le domanda di figure professionali che abbiano competenze legate alla sostenibilità. Uno studio dell’osservatorio 4.Manager, associazione fondata da Confindustria e Federmanager, ha inoltre evidenziato che tra il 2023 e il 2026, sia in ambito aziendale che nella Pubblica Amministrazione, sarà necessaria la presenza di 4 milioni di lavoratori con questa competenza.
Di conseguenza, si è reso fondamentale un investimento nella formazione, che ha causato una proliferazione di corsi e master sviluppati per andare incontro alle esigenze del mondo del lavoro, formando in maniera completa queste nuove figure.
Ecco una panoramica delle caratteristiche e competenze che un sustainability manager deve avere e informazioni su come formarsi per perseguire questa carriera.
Le caratteristiche delle professioni della sostenibilità
Secondo il Sustainability Career Compass 2022 di Sustainability Makers, il ruolo di sustainability manager è ricoperto per lo più da donne (64,6%) e il percorso accademico seguito prima dell’assunzione è di tipo scientifico. Inoltre, all’interno dell’azienda, ha una posizione molto alta nell’apparato organizzativo: infatti, in tre organizzazioni su quattro, questa figura riporta direttamente al vertice dell’azienda.
Secondo i dati di LinkedIn, i ruoli “green” più richiesti sono il “Manager della sostenibilità” (+34%), il “Direttore della sostenibilità” (+29%), il “Sustainability Specialist” (+28%) e il “Consulente sostenibilità” (+26%).
Le caratteristiche più specifiche di un sustainability manager sono state però individuate da 4.Manager, che attribuisce a questa figura il compito di promuovere e gestire ogni aspetto legato alla sostenibilità (consumi, emissioni...), tenendo a mente i fattori ESG (ambientali, sociali e di governance) nelle decisioni finanziare, analizzando le aree di rischio e miglioramento e misurando la sostenibilità dell’azienda.
Sustainability manager: percorsi di formazione
Una volta delinato il profilo di questa professione, Confindustria, Federmanager e 4.Manager hanno iniziato a lavorare ad un progetto di formazione dedicato altamente specializzato, che possa dare le giuste competenze e conoscenze ai professionisti che svolgeranno uno dei più innovativi lavori del futuro.
Inoltre, questo progetto prevede l’affiancamento al sustainability manager di altre tre figure, ciascuna legata da un aspetto dell’ambito ESG: l’environmental manager, che si occupa di ambiente, il cui fine è promuovere politiche sostenibili e tecnologie pulite; il social manager, il cui obiettivo è monitorare l’impatto sociale; il governance manager, che si occupa di controllare i possibili rischi etici di un’azienda, come la corruzione, e di verificare che i prodotti o servizi offerti siano in linea alle norme o standard vigenti.
I percorsi di formazione, tuttavia, sono molteplici e già integrati nell’offerta formativa di alcune università italiane. A Milano è nato il master in Transformative Sustainability realizzato da Politecnico di Milano e Bocconi. L’Università di Torino, invece, ha avviato già il master in Green & Sustainability Manager, della durata di due anni. A Roma, la Luiss Business School offre agli studenti un master in Gestione dell’impresa sostenibile ed economia circolare.
Manuela Fichera