MILANO – Sentiamo tanto parlare di integratori ma non sempre cogliamo il senso di quello che rappresentano, ovvero “prodotti che servono per l'integrazione” di eventuali carenze, se ve ne fossero, di elementi che per motivi vari non possono essere assunti attraverso l’alimentazione e l’idratazione quotidiana. Il portale specializzato Running Italia ha fatto chiarezza sul tema, sfatando anche qualche mito a riguardo.
Basta bere acqua
Se per i professionisti l’integrazione è importante, gli amatori – ovvero per la maggior parte delle persone che corrono – sottovalutano spesso il valore dell’acqua. Consideriamo un podista amatoriale che corre tre volte la settimana, magari di buon passo, coprendo talvolta volumi importanti. In questo caso possiamo affermare che l’uso di qualsiasi prodotto può considerarsi superfluo: se si beve molta acqua, si segue un buon piano alimentare e si considera i giorni di riposo durante la settimana, il runner può in questo modo, compensare e coprire tranquillamente un’eventuale carenza, energetica o molecolare.
Le controindicazioni degli integratori
Molti runners, laddove ricorrono a integratori alimentari, dimenticano che questi possono avere controindicazioni farmacologiche. Infatti un integratore resta tale solo fino a quando le dosi che assumiamo sono compatibili con l’alimentazione. Una dose di 500 mg di vitamina C al giorno è da considerarsi integrativa perché bastano 3 kiwi e 3 arance per avere la stessa quantità. Invece per avere un valore sierico di arginina paragonabile a quello di un’endovena da 6 g, dovremmo assumerne oralmente una quantità industriale, al di fuori di ogni logica alimentare.
di Alessandro Michielli