L'acqua minerale come fonte di poesia

L'acqua minerale come fonte di poesia

Le più caratteristiche sorgenti italiane sono state nei secoli mete di grandi scrittori, che hanno reso omaggio ai luoghi incantati dell'acqua con versi rimasti celebri nel tempo. Dalla Sirmione di Catullo alle Fonti di Clitunno di Carducci, la poesia ci lascia in eredità un incantevole ritratto dell'Italia fatto di acque che ispirano ed emozionano...

Un ritratto dell’Italia delle sorgenti a firma dei grandi della letteratura

MILANO - In una goccia d’acqua minerale l’incanto, la scoperta della perfezione. E poi l’abbagliante bellezza di paesaggi termali che come oasi di pace hanno accolto i più alti esponenti della cultura italiana e straniera, ispirando parole ed emozioni consegnate all’eternità in versi che si tramandano di generazione in generazione. Da secoli la poesia ha celebrato l’acqua minerale italiana, rendendola protagonista di incontri con le più alte penne della letteratura mondiale.


SAN PELLEGRINO - Scoperte da Leonardo risalendo l’Adda alla ricerca di paesaggi che avrebbero fatto da sfondo allaVergine delle Rocce, le fonti di San Pellegrino Terme furono conosciute grazie alle proprietà curative delle sue acque, già nei primi anni del 1200. Visitate e frequentate da moltissimi ospiti illustri del passato tra i quali il Cardinale Borromeo, la Regina MargheritaGabriele D’Annunzio ed altri, nel corso dei secoli si affermarono come meta del turismo più elitario e raffinato e nei primi anni del 900, grazie all’arrivo di molti uomini di governo italiani e stranieri, divennero anche luogo strategico per importanti decisioni politiche. Oggi le terme conservano ancora in parte il fascino di quel tempo anche se l’aspetto salutistico ha preso il sopravvento su quello turistico e mondano.

BAGNI DI LUCCA - Non è un caso se Lord ByronPercy Bysshe ShelleyHeinrich HeineAlexandre DumasGiosue CarducciGiovanni Pascoli ed Eugenio Montale scelsero Bagni di Lucca, il piccolo comune della Versilia che è sede di un importante complesso termale, per ritrovare l’equilibrio tra spirito e corpo. Da ben 19 sorgenti di acque minerali naturali, utilizzate sin da epoca etrusca e romana, sgorgano acque bicarbonato-calciche idonee ai bagni termali. Acque tanto amate dai personaggi della cultura di epoca romantica e della ‘Belle Epoque’, che la città si è nel tempo guadagnata la fama di “terra dei principi e poeti”, spingendosi ad inventare il concorso di poesia contemporanea “Bagni di Lucca: la valle dei poeti, l'acqua che cura” che celebra le prorompenti immagini della Val di Lima.

SIRMIONE - Altra terra ricca di storia e poesia è quella decantata dal Carducci (Sirmione) e prima ancora da Dante(Inferno, Canto XX)  e Catullo (Carme 31), che in un complesso monumentale posto all’estremità della penisola trovò la sua ultima dimora nel 54 d.c. Si tratta della verde Sirmione, località sul lago di Garda dagli incantevoli scorci e dai mille tesori d'arte e storia, sede di stabilimenti termali che sfruttano acque sulfuree ricche di oligoelementi. Catullo ne parlava, personificandola, come della “perla delle isole e delle penisole”, “amabile” luogo di pace da cui pretendere “uno scroscio di risate, di tutte le risate che avete”. Carducci ne faceva il “fiore delle penisole” vezzeggiata dal sole, circondata dalla tazza argentea del Lago di Garda  e protetta dal Gu, il Monte Pizzicolo che pareva all’autore un titano caduto in battaglia. Oggi le terme di Sirmione è uno dei principali centri d’Europa, luogo di cure e assistenza specializzata, benessere e relax. Ma i due centri all’avanguardia,  le Terme Catullo, nel centro storico di Sirmione, e leTerme Virgilio, ai piedi della penisola di Sirmione,  non hanno dimenticato il loro legame con la poesia più alta, che le ha rese celebri nel mondo.

LE FONTI DEL CLITUNNO - Anche le acque dell’Umbria, grazie alle Fonti del Clitunno, furono per Giosuè Carduccisorgente di ispirazione poetica. “Salve, Umbria verde, e tu del puro fonte / nume Clitunno! Sento in cuor l’antica / patria e aleggiarmi su l’accesa fronte / gl’itali iddii.”  scriveva nell’ode “Alle Fonti del Clitunno” (1876); salutava così le acque tranquille della sorgente dedicata al dio fluviale degli umbri che dispensava oracoli dal profondo delle acque. Sede di antichi stabilimenti termali, il Clitunno fu considerato luogo sacro in cui si concentravano le energie della natura anche da VirginioPlinio Giovenale e più tardi da Lord Byron. A vedere questo luogo perduto nel tempo, sembra di vivere sospesi tra magia e realtà. Pioppi, frassini, gelsi e cipressi abbracciano con le loro fronde un paesaggio fatto di ruscelli, pozze e rarità florofaunistiche, ma soprattutto di sorgenti profonde e abbondanti acque cristalline, che nei secoli si sono aperte un varco nelle rocce carbonatiche dell’Appennino, creando grotte, doline, pozzi e risorgive, zone umide e paludose.

aggiornato il 21 marzo 2013