MILANO - I giochi di luce creati dall’acqua sono l’elemento che ha ispirato maggiormente Claude Monet, pittore impressionista celebre per le sue Ninfee, ciclo artistico composta da circa duecentocinquanta dipinti dove lo specchio d’acqua rappresenta l’elemento base il cui aspetto muta ogni istante a seconda di ciò che veniva riflesso. Quadri ambiti da musei e collezionisti di tutto il mondo, e che Gemeentemuseum dell'Aja possedeva inconsapevolmente.
Le ninfee nascoste
Gli esperti della galleria della capitale olandese hanno scoperto una versione precedentemente sconosciuta della famosa serie nascosta sotto un dipinto di fiori di glicine che il maestro dell'Impressionismo realizzò tra il 1917 e il 1920.
I ricercatori hanno notato qualcosa di insolito sulla superficie appena pulita del dipinto intitolato "Wisteria" (genere di piante rampicanti note più comunemente come glicine), spingendo un restauratore a fare una radiografia della tela. Sotto la raffigurazione quasi astratta del glicine, grazie agli esami non invasivi è comparso uno dei soggetti più famosi di Monet: le ninfee che galleggiano negli stagni dei suoi amati giardini di Giverny, in Normandia.
Sperimentazioni d’artista
Secondo la ricercatrice Ruth Hoppe Monet riutilizzò la tela, cambiandone il soggetto, negli ultimi anni di vita. «Non c'è una ragione ovvia per cui Monet abbia riutilizzato una tela - ha commentato Hoppe al New York Times - La ragione più logica per me era che l'artista voleva provare qualcosa di nuovo e non era ancora sicuro del risultato. Questo quadro è un ponte tra le ninfee e il glicine non ancora completato».
Il quadro "Wisteria" era in fase di restauro in previsione della mostra "Monet. The Garden Paintings", in programma al Gemeentemuseum dell'Aja dal 12 ottobre al 2 febbraio 2020.
di Michael Dones
Source: Gemeentemuseum, L'Aja