MILANO – È da circa tre anni che in Sudafrica la siccità è diventata una problematica preoccupante.
Città del Capo metropoli da circa 4 milioni di abitanti che nel giro di tre mesi si potrebbe ritrovare senza scorte d’acqua a disposizione.
Come riporta il Time, il sindaco Patricia De Lille ritiene che, se i cittadini non dovessero iniziare a ridurre i consumi, i rubinetti della città si esauriranno definitivamente il 22 aprile.
Lo scenario
Non è una novità il problema siccità in Sudafrica, ma mai come in questo inizio 2018 la situazione è apparsa preoccupante.
Le cisterne di Città del Capo risultano piene solo per il 29% della loro capacità e contengono solo 267 mila megalitri (un milione di litri) di acqua.
Il consumo medio della città è di circa 360mila megalitri di acqua ogni mese ed è facile capire che le risorse a disposizione sono molte limitate.
Per questo motivo il governo del Paese sta portando avanti una serie di attività per cercare di ridurre il consumo.
In questo senso risulta necessario il contributo dei cittadini, che in prima persona devono attivarsi nel limitare l’eccessivo utilizzo evitando: docce troppo lunghe, lavaggi della macchina, riempimento di piscine private e irrigazione dei giardini.
Anche al settore dell’agricoltura è stato chiesto di tagliare il 60% del consumo di acqua mentre agli esercizi commerciali di farlo del 45%.
Da dove nasce la crisi
Sono essenzialmente due i motivi per i quali Cape Town sta vivendo questa crisi. La prima è di carattere demografico. Negli ultimi anni, infatti, la città è crescita a livelli altissimi arrivando a circa 6,5 milioni di abitanti e di conseguenza le risorse sono diminuite.
La seconda motivazione è legata al clima. La città è stata colpita dagli effetti di El Nino, che crea oscillazioni climatiche tali da provocare fortissime precipitazioni in alcuni luoghi e lunghissime siccità in altri.
La speranza è che nel giro di poco tempo possano arrivare piogge tali da ricaricare le cisterne e raccogliere l’acqua necessaria per stabilizzare la situazione.
di Alessandro Conte
6 febbraio 2018
source: theguardian.com