MILANO - L'utilizzo responsabile della risorsa idrica, viste le difficoltà di approvvigionamento in quota, è il concetto più difficile da far comprendere a quanti si aspettano che un rifugio eroghi servizi simili a quelli di un albergo o di un ristorante. Per questo motivo la Fondazione Dolomiti Unesco realizzerà una campagna, richiesta espressamente dai rifugisti, e incentrata, in particolare, sull'utilizzo responsabile dell'acqua.
Utilizzo dell’acqua ad alta quota
Dal Brenta ai Monfalconi, dalle Dolomiti di Sesto alle Vette Feltrine, nei 66 i rifugi che offrono all'escursionista ristoro e ospitalità ci si trova spesso a dover spiegare che in montagna può capitare di rinunciare alla doccia dopo una giornata passata a faticare su sentieri e ferrate. Conoscere la variabilità cui è soggetto il riempimento delle vasche in assenza di acquedotto, i costi di gestione e manutenzione, l’impegno quotidiano di un gestore per garantire la ristorazione e i pernottamenti, appare sempre più indispensabile per formare gli escursionisti, consentendo loro, peraltro, di calarsi pienamente nel contesto montano e quindi di godere maggiormente dell’unicità dell’esperienza che li vede protagonisti.
Perché è necessario risparmiare acqua
La campagna della Fondazione Dolomiti Unesco non riguarderà solo le norme di comportamento, ma anche le cause profonde della necessità di risparmiare acqua. L’aumento delle temperature nell’ultimo secolo sta avendo importanti ripercussioni sulla criosfera, cioè l’insieme delle zone innevate e ghiacciate della Terra, spesso l’unico serbatoio naturale di acqua in alta quota. I ghiacciai arretrano a una velocità tale da poter prevedere la loro totale scomparsa, sotto i 3.500 metri, entro il 2050. Molti rifugi dolomitici di quote medio-alte si trovano inoltre in aree carsiche, settori per loro natura poveri di risorse idriche superficiali. Conoscere anche questi aspetti del Patrimonio naturale è un modo per viverlo e rispettarlo al meglio.
L’impegno di Levissima per la tutela dei ghiacciai
La salvaguardia degli ambienti montani e delle risorse idriche è un impegno che istituzioni, aziende e cittadini devono prendersi. Un esempio virtuoso è certamente quello di Levissima che da oltre dodici anni porta avanti diverse attività e progetti partendo dalla cura della montagna da cui proviene e dal territorio che la genera. Un esempio tra tutti è la collaborazione con l’Università degli Studi di Milano per lo studio e la protezione dei ghiacciai italiani. La gestione responsabile della risorsa acqua e il rispetto della biodiversità sono parte dell’impegno di Levissima su cui si fonda il progetto di sostenibilità Regeneration. Il sostegno al territorio montano e alle sue comunità si evidenza anche nella valorizzazione economica e turistica delle aree dove sono presenti le fonti dell’acqua minerale. Così, in Valtellina, il brand ha realizzato Levissima 3000, uno Chalet che si integra alla natura circostante grazie alla sua configurazione e all’impiego di materiali ecocompatibili e rigorosamente locali, per ridurre al minimo l’impatto ambientale. Inoltre, sarà realizzato un Bivacco costruito con componenti in plastica rigenerata, dedicato a tutti gli appassionati di hiking e natura, all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio.
Di Salvatore Galeone