MILANO - La crisi energetica globale sta avendo un impatto significativo sull’Europa e porta con sé conseguenze importanti, tra cui l'inflazione; l'apice di questa crisi ci sarà probabilmente in inverno con aumenti del carburante e delle bollette. David Flynn, professore di Cyber Physical Systems dell’Università di Glasgow James Watt School of Engineering, in un articolo su The Herald, spiega possibili soluzioni che potranno avere un impatto nel lungo termine: il decentramento e il miglioramento del nostro sistema energetico e una maggiore accessibilità allo stesso da parte dei singoli e delle comunità.
La proposta dell’Università di Glasglow
Il rapporto di Innovate UK ha evidenziato che le soluzioni energetiche meglio adattate alle esigenze locali potrebbero fornire un ritorno sugli investimenti dieci volte superiore rispetto a servizi più generalizzati. Il gruppo di ricerca dell'Università di Glasgow ha fatto la sua parte per esplorare nuovi modelli socio-tecnici-economici che sfruttano le tecnologie e le infrastrutture di oggi per creare servizi energetici sostenibili, affidabili e inclusivi che funzionino per tutti.
“Abbiamo dimostrato come sia possibile utilizzare i nuovi mercati energetici locali (LEM) per sostenere la distribuzione della ricchezza su beni di proprietà della comunità – ha spiegato Flynn - condividendo i profitti tra le persone e le organizzazioni locali. I LEM migliorano l'equità e l'inclusione e sostengono l'affidabilità della rete locale compensando i costi di rinforzo. Migliorano la decarbonizzazione attraverso una migliore analisi del ciclo di vita delle tecnologie di stoccaggio, come le batterie, si incoraggiano la produzione locale di energia verde per sostenere la crescente domanda di trasporti decarbonizzati, come i veicoli elettrici. I dati della ricerca sono evidenti: potremmo risolvere questa crisi oggi stesso, con le tecnologie e le infrastrutture di cui già disponiamo, se solo cominciassimo a fare interventi più coraggiosi”.
Il ruolo dei cittadini verso la transizione energetica
L'opinione pubblica è sempre più favorevole alla nazionalizzazione dei servizi e tecnologie energetiche. Si possono creare, implementare e fornire la regolamentazione e gli incentivi di mercato necessari per sbloccare servizi accessibili, sicuri e sostenibili per i cittadini che si basino sulle tecnologie odierne e liberino il potenziale delle ricerche attuate finora. “La situazione attuale non può essere mantenuta. I nostri servizi energetici sono fondamentali per la risposta al clima e sono diventati "un'arma" da parte degli attori internazionali per esercitare pressione e influenza” conclude Flynn.
L'accesso all'energia è un diritto. La transizione energetica deve avvenire con i cittadini, i principali attori del consumo e della richiesta di energia. Un primo passo potrebbe essere, secondo il professore di Glasgow, incoraggiare gli stakeholder del settore energetico a considerare la possibilità di ridefinire le modalità di remunerazione dei servizi energetici, mettendo al primo posto l'ambiente e i clienti.
Di Evelyn Novello