MILANO – Fin da piccolo Simone Grasso aveva le idee chiare: la sua passione per la sostenibilità si sarebbe tramutata in un lavoro. Da adolescente fonda un’associazione che si dedica all’educazione ecologica, successivamente ottiene mandato da una società greentech estera di espandere il business anche in Italia. Questo e molto altro nella sua intervista.
Simone Grasso è stato Country Manager di Cyrkl, un’azienda che si occupa dello scambio di rifiuti industriali tra imprese. Nel suo ruolo si è tolto diverse soddisfazioni. Ora è un consulente esterno e ha dato il via alla sua carriera come docente dove utilizza un approccio olistico alla sostenibilità.
Ciao Simone, raccontaci un po’ di te e di come è nato il tuo interesse per la sostenibilità e l’economia circolare?
Il mio interesse per la sostenibilità è nato molto presto, quando, frequentando boschi, montagne e la natura in genere, mi sono sentito profondamente connesso a questi luoghi e ho avvertito il desiderio di rendermi utile per preservarli. Da adolescente, ho co-fondato un’associazione di volontariato dedicata alla tutela ambientale e all’educazione ecologica, temi che hanno sempre occupato un ruolo centrale nella mia quotidianità. Quando è arrivato il momento di scegliere il mio percorso di studi magistrale, ho capito che la Green Economy era la strada giusta per me. Oggi, mi dedico al 100% a progetti inerenti alla sostenibilità e all’economia circolare e ricopro con orgoglio il ruolo di portavoce italiano per la campagna Circular Monday.
Sappiamo che sei stato country manager di Cyrkl e che oggi sei un suo consulente esterno, di che cosa si occupa l’azienda?
Cyrkl è una startup greentech fondata nella Repubblica Ceca che ha creato un marketplace per lo scambio di rifiuti industriali tra aziende. Si è rapidamente diffusa in diversi paesi europei, attirando l'interesse di numerose aziende con l'esigenza di gestire i propri scarti in modo più circolare. Mi è stato affidato il compito di lanciare la startup sul mercato italiano, analizzando il contesto, formando un team adeguato, ampliando la base clienti, accrescendo la notorietà della piattaforma, costruendo relazioni solide e portando a termine progetti di consulenza. La parte a cui tengo di più è sicuramente la crescita che siamo riusciti a raggiungere, sia a livello personale, sia come team, brand ed efficacia delle soluzioni offerte ai nostri clienti.
Un percorso di crescita non è privo di difficoltà, ma sono orgoglioso di come siamo riusciti ad affrontarle e dei risultati ottenuti. Una startup è un po' come le montagne russe, dove tutto accade molto velocemente: è stata un'esperienza sicuramente intensa, e il ruolo di consulente esterno è ora quello che sento maggiormente adatto a me.
Sappiamo che sei un docente di sostenibilità e di economia circolare, quali sono le tematiche principali dei tuoi corsi?
Mi piace adottare un approccio interattivo, combinando concetti teorici, come quelli relativi alla simbiosi industriale, alla gestione dei sottoprodotti, all’ecodesign, all’approccio olistico alla sostenibilità, con casi studio e lavori di gruppo pratici. Sono convinto che la formazione debba abbracciare questo metodo integrato per fornire agli studenti le competenze e le abilità necessarie a conoscere, comprendere e applicare questi argomenti, stimolando curiosità e divertimento.
Di Stefano Morretta