MILANO – Sostenibile e conveniente. Queste sono le caratteristiche che il mondo intero, ma soprattutto l’Europa, sta cercando nell’energia. Nell’ultimo anno i costi per la produzione di energia da fonti rinnovabili sono diminuiti drasticamente ma, a causa dell’instabilità e delle tensioni che regnano tuttora, il fattore che preoccupa di più i governi europei è la sicurezza degli approvvigionamenti energetici. Mentre la crisi energetica continua, il 2023 potrà essere l’anno dell’accelerazione green?
Energia: le tendenze del 2023
Avere un’energia sostenibile, sicura e conveniente è una vera e propria sfida che ha assunto un nome specifico: trilemma energetico. Come riporta Ispionline, il piano “Pronti per il 55%” dell’UE promette una riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030; il crollo dei costi dell’energia rinnovabile (tra il 2010 e il 2020 il costo dell’energia solare è diminuito dell’85% e quello dell’energia eolica del 56%) sta rendendo questo obiettivo più facile da raggiungere. Il 2022 è stato, però, un anno complicato per il settore energetico, che ha subito la peggiore crisi degli ultimi decenni che non può non lasciare strascichi nel 2023. Come spiega il Sustainable Energy Hub, potremo, però, assistere a un boost verso la transizione energetica ed ecco, allora, tre tendenze che caratterizzeranno il 2023 e plasmeranno l’approvvigionamento mondiale di energia.
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Combustibili fossili nell’immediato
La transizione che richiederà esclusivamente elettricità da fonti rinnovabili richiede tempo e disponibilità di capitali da investire. Usi diffusi dei combustibili fossili, come i riscaldamenti domestici, sono comuni a tutta Europa e per passare alle pompe di calore elettriche andrebbero sostituiti gli impianti di milioni di abitazioni private e attività commerciali. Ad aggravare la situazione, la crisi attuale, che richiede soluzioni immediate e sicure. Il mondo, quindi, nel 2023 richiederà ancora combustibili fossili, ma lavorerà al contempo per trasformare il sistema energetico e indirizzarlo verso soluzioni eco-compatibili. Una soluzione potrà essere quella di costruire gasdotti in grado, in futuro, di trasportare anche idrogeno verde, così da poterli riutilizzare a transizione completata.
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Crisi energetica e Paesi poveri
Inflazione e aumento dei tassi di interesse stanno spingendo oltre 50 Paesi al fallimento. 75 milioni di persone che hanno avuto accesso all’elettricità rischiano di non poterla più pagare e, al ritmo attuale, entro il 2030 670 milioni di persone ne rimarranno sprovvisti. La COP27 ha ribadito che servirebbero oltre 2mila miliardi di dollari l’anno per mitigare i danni dei cambiamenti climatici e trovare soluzioni più ecosostenibili nei Paesi del Sud del mondo. Qualcosa però si è mosso: il Sudafrica ha firmato accordi di prestito per un valore di 600 milioni di euro con Francia e Germania per proseguire la transizione energetica annunciata alla COP26. Al vertice del G20, in parallelo con la COP27, è stata lanciata l’Indonesia Just Energy Transition Partnership che mobiliterà 20 miliardi di dollari nei prossimi tre-cinque anni per accelerare la transizione. Anche Vietnam, India e Senegal hanno espresso interesse ad entrare in Just Energy Transition Partnerships, meccanismo di cooperazione finanziaria i cui obiettivi sono aiutare alcune economie emergenti fortemente dipendenti dal carbone a compiere una giusta transizione energetica.
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Il futuro è decarbonizzato
I segnali per il futuro sono ormai chiari. La crisi energetica globale ha innescato uno slancio senza precedenti a favore delle rinnovabili e l’Agenzia internazionale per l'energia prevede che nei prossimi 5 anni il mondo produrrà la quantità di energia rinnovabile avuta negli ultimi 20. Entro il 2025 l’energia rinnovabile, a livello mondiale, supererà il carbone come principale fonte di generazione di elettricità. L’aumento previsto è quindi superiore del 30% rispetto alla quantità di crescita prevista solo un anno fa, e ciò evidenzia la rapidità con cui i governi hanno dato peso politico alla questione. Se questi sforzi saranno sufficienti a compensare il ripiegamento attuale sui combustibili fossibili è ancora un’incognita.
Evelyn Novello