Quando il riciclo diventa protagonista nello sport

Quando il riciclo diventa protagonista nello sport

Sono sempre più i marchi specializzati in sportswear che applicano all’interno della propria filiera produttiva i principi dell’economia circolare e del riciclo

MILANO – Non è (ancora) una disciplina olimpica, eppure il riciclo prende sempre più piede in ambito sportivo. Sono infatti sempre più i marchi sportivi che si sfidano sul campo della sostenibilità. Non è un caso che brand come Adidas, Puma e Nike siano presenti all’interno del Fashion Trasparency Index 2020, la classifica dei marchi più impegnati in tema di economia circolare e recupero delle risorse. Dalle scarpe realizzate con la plastica riciclata alle sneakers ricondizionabili, scopriamo le aziende che stanno vincendo la gara della sostenibilità.

I prodotti a impatto zero della Nike

Pioniera in questo campo è la Nike, che dopo la storica campagna "Reuse a Shoe" lanciata nel 1993 ha realizzato diversi progetti a basso impatto ambientale. L’azienda, anche attraverso l'app, permette ai clienti di depositare le proprie scarpe usate in negozio, avviandole così a una catena di riciclo. Con il programma Refurbished, la celebre azienda estende il ciclo di vita di tre tipi di calzature, anche con gradi di usura diversi, ritirando e ricondizionando a mano i prodotti da immettere nuovamente nel mercato. Rientra invece all'interno del suo programma di sostenibilità "Move to zero" l’uso di tecnologie innovative come Flyleather, che permette di realizzare scarpe utilizzando il 50% di pelle riciclata.

La sostenibilità secondo Adidas

A contendersi il podio del riciclo troviamo anche Adidas, altro celebre marchio sportivo che punta, nel 2021, a più del 60% di tutti i prodotti realizzati con materiali sostenibili. Fra questi per esempio il poliestere riciclato, che dal 2024 diventerà il materiale primario nelle produzioni che saranno sempre più green, come garantito dalle etichette "Primeblue" e "Primegreen". L’Adidas ha di recente lanciato le scarpe realizzate con la plastica recuperata dagli oceani insieme all'organizzazione Parley for the Oceans, oltre alla visione "vegan" delle Stan Smith, fatte con un materiale alternativo alla pelle, e il modello “Ultraboost DNA Loop”, sneakers in poliuretano termoplastico (TPU) che una volta riconsegnate possono dar vita facilmente a nuove scarpe.

L’abbigliamento sportivo eco-friendly di Puma

Anche Puma non è rimasta a guardare. L’azienda ha recentemente lanciato un'intera collezione di abbigliamento sportivo realizzata grazie al riciclo di bottiglie di plastica raccolte a Taiwan. Pensata e strutturata da Puma in collaborazione con First Mile, un’a organizzazione che opera in diversi Paesi nella raccolta dei rifiuti plastici e la sensibilizzazione sul problema dell'inquinamento da plastica, Puma ha trasformato gli scarti in poliestere riciclato utilizzato per la collezione di scarpe e abbigliamento Puma X First Mile. Grazie all’iniziativa, lo scorso anno si è arrivati a togliere da mari e spiagge 40 tonnellate di bottiglie di plastica, quasi due milioni di pezzi che inquinavano diverse aree di Taiwan e che oggi “calzano” i piedi delle persone.

Da rifiuto a materia prima

Sono quindi diversi i marchi specializzati in sportswear che stanno cercando di applicare all’interno della propria filiera produttiva i principi dell’economia circolare e del riciclo, grazie all’uso di materiali riciclabili e nell’all’aumento del “ciclo di vita” delle scarpe sportive e delle sneakers. Non solo i grandi brand: esistono anche diverse realtà specializzate nel raccogliere materiale di scarto sportivo per reintrodurlo come risorsa al fine di realizzare ulteriori beni e prodotti. In Italia, ad esempio, l’azienda Esosport si occupa di raccogliere non solo scarpe sportive usate, ma anche palline da tennis, camere d’aria e pneumatici di biciclette per riciclarli e riutilizzarli per la realizzazione di pavimentazioni per parchi giochi e piste di atletica. 

Di Salvatore Galeone

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