A identificare le falde un progetto congiunto tra le autorità keniote e l’Unesco
NAIROBI – In Kenya, uno dei più importanti Paesi dell’Africa, è stata scoperta una potenziale enorme nuova fonte di acqua. E adesso la sfida è quella della corretta e trasparente gestione della preziosa risorsa.
LA SCOPERTA – Lo scorso settembre la notizia è stata data dalle autorità nazionali keniote e dalle Nazioni Unite. La scoperta riguarda cinque falde acquifere nella povera zona di Turkana County che potrebbe rappresentare un futuro più sicuro non solo per quest’area, ma anche per l’intera nazione. In Kenya, infatti, su 41 milioni di persone circa 17 milioni non hanno accesso all’acqua mentre 28 milioni non hanno servizi igienici adeguati. Le nuovi fonti di acqua avrebbero una riserva di almeno 66 miliardi di litri, che potrebbero essere impiegati in tutti gli aspetti della vita, dal consumo dell’uomo, all’irrigazione delle colture, fino all’abbeveraggio del bestiame.
IL PROGETTO – L’iniziativa è indicativa di quanto una collaborazione tra le autorità possa portare risultati soddisfacenti. A scoprire le falde, infatti, è stato un lavoro congiunto del governo keniota e l’Unesco, che ha avuto anche il sostegno economico del Giappone, uno dei principali donatori di aiuti allo sviluppo internazionale. Le apparecchiature satellitari avanzate e le competenze di Radar Technologies International hanno contribuito a fornire le innovazioni tecniche e a confermare la presenza di due delle cinque falde acquifere. Gli esperti hanno comunque fatto sapere che occorrerà un’esplorazione più approfondita per determinare con maggiore precisione quanta acqua esiste e cosa ci vorrà per estrarla.
PROTEGGERE LA RISORSA – Compito del Kenya è capire, con l’aiuto delle Nazioni Unite, come proteggere queste riserve per garantirne la disponibilità anche alle future generazioni. La gestione, è stato detto, ha bisogno di essere leale ed aperta, con chiari limiti sulla quantità di acqua che può essere estratta, quante volte e da chi. La scarsità d'acqua è un problema enorme a livello mondiale, alimenta la concorrenza tra stati, regioni e tribù e con risvolti anche drammatici. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha stimato che entro il 2030 quasi la metà della popolazione mondiale vivrà in aree con grave stress idrico. Questa scoperta rappresenta una notevole fortuna per il Kenya e la possibilità di avere un raggio di speranza in un contesto difficile.
aggiornato il 6 dicembre 2013