MILANO – Rifornire di acqua potabile quelle zone che ne sono sprovviste è spesso un compito difficile: scavare pozzi o realizzare lunghe condutture non è banale come può sembrare. Lo staff dell'israeliana Water Gen ha deciso di ideare una soluzione alternativa: estrarre tutta l'acqua di cui c'è bisogno dall'aria, condensandone l'umidità. Il dispositivo nato su quest'intuizione è costituito da una serie di "foglie" di plastica che incanalano l'acqua calda e umida attraverso il corpo principale dell'apparecchio, dove avviene la condensazione.
L’innovazione
Il dispositivo è disponibile in tre diverse "taglie": quella di dimensioni maggiori è in grado, secondo l'azienda che lo produce, di produrre 825 galloni d'acqua al giorno, ossia circa 3120 litri, posto che si trovi in un ambiente in cui l'aria è a 26 gradi Celsius e l'umidità relativa è al 60%. L'apparecchio di taglia media arriva sino a 118 galloni (circa 450 litri) e quella minore, pensata per l'uso domestico o in ufficio, può produrre ogni giorno 4 galloni d'acqua, ossia circa 15 litri. La macchina di Water Gen è alimentata a energia elettrica, ma il consumo è molto basso: l'azienda calcola che servano 10 centesimi di dollaro (circa 8 centesimi di euro) per generare un gallone (poco meno di 4 litri) d'acqua.
Progetto su vasta scala
Arye Kohavi, CEO e fondatore di Water Gen, spiega: «I luoghi in cui manca l'acqua potabile nelle tubature di solito sono caldi e umidi» e di conseguenza l'invenzione della sua azienda pare perfetta. Inoltre, l'acqua prodotta in questo modo non ha bisogno di essere filtrata ma è già potabile. «È una soluzione immediata: i governi non devono passare decenni a dar vita a un grosso progetto». Al momento, Water Gen sta conducendo dei test sul campo a Mumbai, Shanghai e Città del Messico, oltre che in altri luoghi meno popolati: il lancio sul mercato dell'apparecchio è previsto entro la fine del 2017.
di Salvatore Galeone
30 novembre 2016
credits: WaterGen