MILANO – Per ora è stato sviluppato solo un prototipo e quindi non vi aspettato di vederla presto nei negozi. Ma quello che Adidas e il movimento Parley for the Oceans è senza dubbio un progetto innovativo sia nella tecnologia che per il fine: raccogliere e impiegare la plastica degli oceani per stampare in 3D le classiche sneaker.
L’attenzione all’inquinamento degli oceani
Parley spera che la sua collaborazione con Adidas (iniziata all'inizio di quest'anno) possa avere riflessi anche nell’ambito del dibattito su clima che i grandi della Terra hanno affrontato a Parigi. "Proteggere la vita sottomarina è tra gli obiettivi delle Nazioni Unite – ha detto il fondatore di Parley Cyrill Gutsch - Parigi può essere l’avvio di una collaborazione e scambio di conoscenze utili a trovare soluzioni concrete contro l’inquinamento dei mari”.
Il progetto con Adidas
La scarpa si ispira al design di Adidas Futurecraft 3D, il progetto presentato a inizio 2015 e che prevede l’utilizzo della tecnologia 3D per la stampa. Questo prototipo, che non sarà in vendita in alcun negozio, vede l’utilizzo di plastica raccolta in mare e anche reti da pesca riciclate. Adidas ha fatto anche sapere che l’auspicio è quello di fissare nuovi standard nel settore. La tecnologia della stampa 3D, infatti, potrebbe essere il primo passo verso la customizzazione da parte dei consumatori. E questo modello sviluppato con Parley for the Oceans punta l’attenzione sull’importanza del riciclo di materiali apparentemente inutili ma che in realtà possono tornare a nuova vita contribuendo in parte a ridurre l’impatto ambientale.
di redazione