MILANO - I mutamenti climatici stanno provocando cambiamenti significativi al fitoplancton (l'insieme dei piccoli organismi vegetali acquatici) degli oceani. A rivelarlo è il nuovo studio del Massachusetts Institute of Technology, secondo cui nei prossimi decenni la presenza o meno di alghe trasformerà il colore degli oceani, intensificandone le “regioni” blu e quelle verdi.
Lo studio dei ricercatori
Un modello globale ha simulato la crescita e l'interazione di diverse specie di alghe il cui mix nelle varie località cambierà con l'aumentare delle temperature. Ricreando la condizione degli oceani fino alla fine XXI secolo, ci si è resi conto che entro il 2100 oltre il 50% delle superfici marine che dall’alto vengono viste di colore blu, come quelle subtropicali, diventeranno di un blu ancora più intenso, riflettendo anche meno fitoplancton rispetto a oggi. Allo stesso tempo, alcune regioni d’oceano oggi più verdi, ad esempio quelle vicine ai poli, se viste dal satellite risulteranno ancora più verdi, questo perché le temperature più calde produrranno un maggior numero di alghe.
Il ruolo della clorofilla
Il colore dell'oceano dipende dall’interazione della luce del sole con ciò che è presente in acqua. Quindi, le regioni d'oceano aperto, relativamente spoglie, appaiono dallo spazio con tonalità di un blu profondo. Se ci sono organismi nell'oceano, essi possono assorbire e riflettere diverse lunghezze d'onda della luce, a seconda delle loro proprietà. Il fitoplancton, ad esempio, contiene clorofilla, un pigmento che assorbe principalmente le parti blu della luce solare per produrre carbonio per la fotosintesi. Di conseguenza, dall'oceano viene riflessa più luce verde, dando alle regioni ricche di alghe una tonalità verdognola.
di Salvatore Galeone
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