Un concerto può essere green? I requisiti e gli esempi più virtuosi

Un concerto può essere green? I requisiti e gli esempi più virtuosi

I grandi eventi, se non organizzati con la necessaria attenzione, possono avere un impatto negativo sull’ambiente. Scopri come renderli sostenibili.

MILANO - Il tema dell’impatto ambientale dei grandi eventi è molto dibattuto e complicato. Parte integrante dei nostri sistemi culturali ed economici – in quanto supportano il turismo e danno lavoro a un intero settore che per mesi durante la pandemia è rimasto fermo – suscitano tuttavia dubbi e preoccupazioni dal punto di vista ambientale. Quanto è inquinante radunare migliaia di persone nello stesso posto? È possibile rendere un concerto completamente green? Quali sono gli esempi più virtuosi?

L’impatto dei concerti sull’ambiente 

Il settore dei concerti, così come quello più in generale dei festival e dei grandi eventi, ha un inevitabile impatto sull’ambiente, soprattutto in termini di emissioni, consumo di energia, produzione di merchandise e rifiuti di plastica. In quanto uno dei settori più importanti dal punto di vista lavorativo e culturale – per il numero di persone che mobilita - è necessario analizzarlo anche da un punto di vista diverso: quello della sostenibilità.

Alcune organizzazioni hanno provato a stimare l’impatto di questi eventi sull’ambiente. Ovviamente si tratta di dati che possono cambiare a seconda di infinite variabili, prime tra tutte il numero di partecipanti e la scelta del luogo. Secondo il rapporto Greener Festival, considerando i dati di eventi organizzati in 17 paesi, il festival medio produce 500 tonnellate di emissioni di anidride carbonica. Il rapporto ha rilevato, inoltre, che un partecipante al festival può arrivare a generare 5 kg di CO2 al giorno.

Concerto green: di cosa si tratta e quali sono i requisiti? 

Il crescente numero di musicisti e band che stanno progressivamente inserendo pratiche e investimenti di sostenibilità all’interno dei propri tour e dei propri concerti è un evidente segno del fatto che l’industria musicale nel suo complesso, consapevole del proprio impatto, si stia evolvendo per ridurlo. Nascono e si sviluppano sempre di più quindi i concerti green che mettono al centro l’attenzione per la l’ambiente.

Un concerto può essere reso green tramite l’integrazione di diverse iniziative, tra cui catering coltivato localmente, diminuzione delle persone che si spostano per il tour, merchandising realizzato con materiali sostenibili, introduzione di bicchieri di plastica dura da riutilizzare, tecnologie per un minor consumo di energia. E non solo: i concerti – in quanto riuniscono migliaia di persone – possono essere un’enorme occasione anche per condurre attività dirette di educazione e sensibilizzazione.

Concerti all’insegna della sostenibilità: quale esempio virtuoso? 

Anche se gli esempi di artisti attivi per l’ambiente stanno aumentando sempre di più, è utile e interessante citare il caso di Reverb, un’associazione non-profit che collabora con musicisti, festival e territori per indirizzare i loro eventi verso un approccio più ecologico e sostenibile, anche grazie al coinvolgimento dei fan a 360°. Fondata nel 2004 dall'ambientalista Lauren Sullivan e dal marito musicista, Adam Gardner dei Guster, oggi si pone l’obiettivo di implementare programmi per ridurre l’impronta dei concerti e dei tour. Grazie al loro impegno, alle loro attività e al network creatosi – seguendo artisti di fama internazionale come Billie Eilish, The Lumineers, Maroon 5 e Harry Styles - sono riusciti a raccoglie oltre 5,7 milioni di dollari da donare alle cause ambientali, ad organizzare 6800 concerti green, con un totale di 375.000 tonnellate di CO2 neutralizzate, oltre 4800 organizzazioni non profit supportate, oltre 4 milioni di bottiglie di plastica monouso eliminate grazie al programma #RockNRefill che crea stazioni di rifornimento d’acqua gratuite e bottiglie personalizzate.

Sempre nella stessa ottica, un altro gruppo di fama mondiale che merita di essere citato sono i Coldplay. Fermatisi nel 2019 per i motivi spiegati dal frontman Chris Martin – “Ci stiamo prendendo del tempo nel prossimo anno o due, per capire come il nostro tour non solo può essere sostenibile [ma] come può essere attivamente vantaggioso" - sono tornati a riempire gli stadi con un nuovo approccio e nuovi programmi di sostenibilità, come dimostrato dall’ultimo Music Of The Spheres Tour che ha finora prodotto il 47% in meno di emissioni di CO2 rispetto al tour nel 2016-17.

Di Elena Parodi

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