MILANO – Ha cominciato a muoversi per la prima volta dai tempi dell’Uomo del Similaun, ovvero 7.000 anni fa. Si tratta del ghiacciaio del Monte Ortles (3.905 m, sulle Alpi orientali), in Alto Adige. E' quanto emerso grazie a uno studio internazionale cui ha partecipato l’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Consiglio nazionale delle ricerche (Idpa-Cnr), pubblicato su The Cryosphere.
In movimento
Le prove vengono dagli strati più profondi, datati con la tecnica del carbonio 14, e da misurazioni condotte nel foro di perforazione mediante un inclinometro, strumento in grado di rilevare anche minimi movimenti glaciali.
Le prime carote di ghiaccio estratte indicano come il ghiacciaio più elevato dell’Alto Adige abbia cominciato una fase di accelerazione del movimento che non avrebbe precedenti nel periodo osservato: “Queste carote di ghiaccio offrono l’eccezionale opportunità di studiare le caratteristiche dell’atmosfera quando l’Uomo del Similaun viveva in questa regione - ha detto Carlo Barbante, direttore dell’Idpa-Cnr di Venezia- in modo da poter conoscere anche l’ambiente ed il clima in cui era immerso”.
Colpa del surriscaldamento globale
La rapida fusione dei ghiacci è connessa al surriscaldamento globale: “I ghiacciai alpini si stanno ritirando velocemente a causa dell’intensa fusione legata al riscaldamento atmosferico - afferma Paolo Gabrielli, ricercatore presso il Byrd Polar and Climate Research Center dell’Università dell’Ohio e responsabile dello studio-. I nostri risultati hanno messo in luce l’azione di un nuovo processo che potrebbe accelerare il flusso dei ghiacciai alpini anche alle quote più elevate, contribuendo a velocizzarne il ritiro. Con le carote di ghiaccio dell’Ortles potremo verificare precisamente come i cambiamenti ambientali in atto a livello regionale interagiscono con quelli climatici a livello globale”.
di Salvatore Galeone
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