Milano – Forse non tutti lo sanno, ma anche le foglie morte che iniziano a staccarsi dagli alberi, proprio in questo periodo, sono fondamentali per l’ambiente. Oltre alla capacità di creare paesaggi naturali mozzafiato e instagrammabili, le foglie cadute hanno un duplice ruolo: generare terreno fertile ed essere un habitat sicuro per la fauna selvatica.
Foglie degli alberi: perché cadono?
La diminuzione di luce e temperature con l’arrivo dell’autunno provoca dei cambiamenti anche negli alberi. Che le foglie cambino colore e cadano è risaputo: ma perché questo succede? Prima di analizzarne il motivo, è necessario, però, fare una distinzione: solo le piante decidue o caducifoglie sono soggette a questo fenomeno, a differenza quelle sempreverdi. Durante i mesi più caldi, gli alberi presentano foglie di colore verde a causa della presenza di clorofilla, una molecola usata per il processo di fotosintesi. Con l’arrivo dell’autunno, tuttavia, la pianta smette di produrre clorofilla, per un semplice risparmio di energia: mantenere attive le strutture fotosintetiche è dispendioso. La diminuzione di luce e temperature provoca così una risposta ‘difensiva’ da parte della pianta con un impatto sul colore delle foglie e la conseguente caduta.
I benefici ambientali delle foglie cadute
Gli esperti consigliano di non toccare le foglie cadute perché i benefici ambientali che ne conseguono non sono irrilevanti. Le foglie, infatti, ricoprono il suolo, un habitat naturale che ospita più della metà della vita sulla terra. Il ruolo svolto dagli invertebrati, poi, dà avvio a un circolo virtuoso: le foglie vengono scomposte in componenti più piccole, che a loro volta vengono convertite da batteri e funghi in nutrienti come azoto, calcio e zolfo fondamentali per alberi e piante, permettendo così di ridurre la necessità di fertilizzanti.
Ma il contributo delle foglie non si limita a questo: il fogliame contiene sostanze come cellulosa e lignina, fondamentali per rendere il suolo più fertile e la biodiversità più rafforzata. E ancora: aiuta a immagazzinare carbonio nel terreno, così come si presenta come un rifugio per la fauna selvatica durante i mesi più duri e freddi. David Mizejewski, un naturalista della National Wildlife Federation, ha affermato: "Tutti i tipi di creature fanno affidamento su questo per la loro sopravvivenza come luogo in cui possono trovare cibo e riparo e, in molti casi, persino completare il loro ciclo vitale."
Foglie cadute: quali consigli per tutelare l’ambiente?
Per salvaguardare il suolo e la sua biodiversità, ci sono tre opzioni che possono essere prese in considerazione quando si tratta di foglie cadute: lasciarle, spostarle o compostarle. Che cosa significa? Significa che le foglie dovrebbero essere lasciate dove sono: sarebbe sbagliato raccoglierle e mandarle in una discarica, perché vorrebbe dire distruggere l’habitat di specie come api, farfalle, falene, anfibi e piccoli mammiferi.
Una seconda possibilità, per evitare che il proprio giardino sia troppo disordinato, è quella di spostarle ai lati o nelle aiuole, ricordandosi sempre due regole: farlo prima che arrivi il grande freddo – per vitare che il microhabitat si sia già formato – e non toccare quelle che cadono in prossimità della base di alberi e arbusti. La terza opzione, infine, è compostarle, anche grazie a metodi naturali che prevedono la raccolta e il deposito delle stesse in un angolo del proprio giardino.
Foliage in Italia: dove poterlo ammirare?
Tralasciando i benefici per l’habitat e per il suolo, il foliage autunnale rappresenta da sempre uno spettacolo mozzafiato. Tra ottobre e novembre, infatti, anche l’Italia si tinge di giallo, rosso e arancione. Da Nord a Sud, ci sono diverse mete per gli appassionati:
- I paesaggi del vino e dei vigneti in Piemonte, tra le Langhe e il Monferrato
- La riserva naturale delle Torbiere del Sebino, tra Franciacorta e Lago d’Iseo, nella quale si può fare una passeggiata lungo le acque per vedere riflessi i colori dell’autunno
- L’altopiano del Renon, in Alto Adige, tra larici, aceri, castagni, faggi e betulle
- I Monti Cimini, nei pressi di Viterbo
- Il Parco Nazionale della Sila, in Calabria, ricco di pioppi, castagni, aceri, platani.
Di Elena Parodi