Ocean CleanUp, la barriera artificiale per pulire l'Oceano Pacifico

Ocean CleanUp, una barriera artificiale per ripulire l’Oceano Pacifico

Partirà nel 2018 l’ambizioso progetto ecologico messo a punto dal giovanissimo Boyan Slat per ripulire le acque dell’Oceano Pacifico.

MILANO – Quello di Boyan Slat, giovane universitario olandese, è uno dei progetti ambientalisti più ambiziosi del pianeta: ripulire la Great Pacific Garbage Patch, l’enorme isola di rifiuti che si trova nell’Oceano Pacifico. Nel 2013 (a soli 18 anni) Boyan stupì il mondo con la sua sorprendente ed innovativa idea di ripulire le acque dell’Oceano grazie alla Ocean CleanUp, un meccanismo in grado di raccogliere i rifiuti presenti in mare.  Secondo quanto riportato dal portale Business Insider, a quattro anni di distanza dalla presentazione – e con ben due anni di anticipo sulla tabella di marcia – la OceanCleanUp è pronta ad entrare in azione. 

Ocean CleanUp

Il progetto prevede la creazione di una barriera con due lunghe braccia posizionate a pelo d’acqua e a forma di V in grado di convogliare e trattenere i rifiuti che galleggiano nell’Oceano in un’area delimitata dalla quale, poi, sarà recuperata e trasportata alla piattaforma di raccolta. Qui i rifiuti verranno separati e conservati per il riciclo. “Il progetto di pulizia sfrutterà le correnti oceaniche per raccogliere la spazzatura”, ha spiegato Boyan. 

Diverse le migliorie apportate negli ultimi anni da Boyan e il suo team. Rispetto all’idea originale, gli scienziati che si sono occupati del progetto, hanno pensato a una rete per raccogliere i detriti sul fondo dell’acqua. Come annunciato dal giovane olandese, infatti, la Ocean CleanUp sarà una struttura mobile non ancorata al fondo marino. Inoltre, invece di usare un solo sistema di stabilizzazione, se ne utilizzeranno vari. Questo consentirà alla barriera una raccolta più veloce e precisa. Secondo le stime di Slat e della sua squadra, grazie alla Ocean CleanUp, in soli 5 anni circa il 50% dei rifiuti presenti nell’Oceano Pacifico potrebbe estratto dal mare e riciclato.

Lo scetticismo degli scienziati

Sebbene il progetto abbia entusiasmato tutti c’è chi resta scettico. Sono ancora molti i dubbi a riguardo, prima fra tutti quello che riguarda la resistenza della barriera. Come sottolineato dagli scienziati, infatti, la forza dell’oceano è imprevedibile e non è scontato che la barriera resista al moto marino. È  stato poi riscontrato il problema dei pesci: secondo i ricercatori il sistema ideato da Boyan potrebbe attirare le creature marine mettendone in pericolo la vita. Inoltre, come spiegato da Nancy Wallace – direttrice del Marine Debris Program al National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti – molti dei rifiuti oceanici si trovano più in profondità rispetto alla barriera. Nonostante ciò, la Wallace ha lodato il progetto, sottolineando come questo possa essere utile per attirare l’attenzione sul problema dell’inquinamento marino. Gli scienziati restano dunque molto scettici sul progetto. Non ci resterà che aspettare i primi risultati previsti intorno alla fine del 2018.

di Salvatore Galeone

9 giugno 2017

credits: theoceancleanup.com

 

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