In Trentino lo stabilimento di Acqua Pejo ha creduto nell’idea di utilizzare le biomasse per produrre energia pulita
PEJO - Nelle valli di Pejo il legno rappresenta tradizione, cultura, arte e da qualche anno anche la possibilità di creare un mondo migliore. A far conoscere questa realtà sono state le telecamere di Uno Mattina in un servizio realizzato un po’ di tempo fa dal giornalista e scrittore Luca Pagliari in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Le sterpaglie di bosco e gli scarti di segheria diventano le biomasse che alimentano la locale centrale termica che produce energia a impatto ambientale praticamente nullo. E questa idea è stata sposata a livello imprenditoriale dallo stabilimento di Acqua Pejo, le cui attività sono orientate al rispetto del territorio e alla sostenibilità ambientale.
LE BIOMASSE - La provenienza del cippato, ovvero del materiale biocombustibile proveniente dagli alberi, come spiega nel servizio Franco Pangrazzi, responsabile commerciale centrale termica a biomassa di Pejo, avviene in prevalenza dalla pulizia del bosco e anche dal ciclo produttivo delle segherie. Lo scarto della lavorazione del legno viene quasi polverizzato dalla cippatrice, un apposito macchinario che trasforma questi residui in biocombustibile. In tutto questo gioca un ruolo fondamentale il rapporto con il territorio, afferma infatti Pangrazzi: “Senza dubbio il nostro obiettivo era di fare impresa e di avere con il nostro territorio un rapporto di rispetto e amore”.
LA CENTRALE TERMICA - Le biomasse e i combustibili da esse derivate immettono nell’atmosfera, in fase di combustione, una quantità di anidride carbonica grosso modo corrispondente a quella che viene assorbita dai vegetali durante i processi di crescita. Per questo l’impiego delle biomasse per fini energetici limita il rilascio di anidride carbonica, la principale responsabile dell’effetto serra. Spiega infatti Luca Franch, progettista della centrale termica a biomassa di Pejo: “L’impianto ha una potenza termica di circa 5 Megawatt e una potenza elettrica di 400 Kilowatt. Quest’impianto consente l’abbattimento totale dell’anidride carbonica rispetto all’impianto tradizionale mentre garantisce delle emissioni di polveri molto simili a un impianto moderno a metano”.
L’IDEA IMPRENDITORIALE - I comuni che utilizzano energia alternativa dalle biomasse, dall’aria, dall’acqua, dalla geotermia, dal vento e dal sole sono circa 7000. E le fonti di energia rinnovabili stanno diventando un’industria competitiva anche in Italia. A Pejo quest’idea è stata fatta propria dallo stabilimento che imbottiglia Acqua Pejo, dove tutte le attività sono svolte nel rispetto dell’ambiente e utilizzando l’energia pulita proveniente dalla caldaia biomasse. A tal proposito afferma Daniela Murelli, direttore Corporate Social Responsibility del Gruppo Sanpellegrino: “Tutte le iniziative che noi facciamo dal punto di vista della sostenibilità sono perfettamente integrate con il territorio in cui operiamo. Abbiamo cominciato con la caldaia realizzata qui a Pejo che dà energia termica e oggi, grazie anche a impianti di co-generazione, riusciamo a trasformarla in energia elettrica. In più con, altre energie verdi, contiamo di arrivare a un 100% di energia pulita”.
VALLE VIRTUOSA - Il biocombustibile diventando in energia si trasforma poi in vapore e può essere sfruttato anche per alimentare le strutture pubbliche e private. Afferma Angelo Dalpez, sindaco del Comune di Pejo: “Abbiamo trovato anche un accordo con la società che gestisce questo tipo di teleriscaldamento e abbiamo ottenuto anche dei finanziamenti per quanto riguarda tutta la rete che alimenterà tutte le strutture del Comune e la stessa sede del Parco nazionale dello Stelvio”. Le biomasse stanno quindi proiettando questo territorio sempre più verso l’energia pulita.
aggiornato il 27 febbraio 2013