MILANO – Uno strumento chiave per la Commissione Europea per favorire la transizione verso un’economia a impatto zero. E’ questa la Piattaforma per la finanza sostenibile, un organo consultivo composto da esperti provenienti dal settore pubblico e privato creato il 1° ottobre 2020 in sostituzione del precedente organo, il Technical Expert Group (TEG). La piattaforma è stata realizzata per portare a termine il lavoro iniziato ben quattro anni fa a Bruxelles, dando così un corpo legislativo al tema fondamentale della finanza sostenibile.
I membri della Piattaforma per la finanza sostenibile
La Piattaforma per la finanza sostenibile è composta da 67 membri (50 permanenti, 10 osservatori speciali e sette enti pubblici rappresentati), sulla base, si legge nel comunicato della Commissione, delle loro “competenze sui temi ambientali, di finanza sostenibile o di diritti umani e sociali“. È stato così creato un mix eterogeneo, con membri provenienti da mondi e settori diversi: accademia, industria, istituzioni e società civile.
La presidenza della Piattaforma è stata affidata a Nathan Fabian, da anni impegnato nel campo della finanza sostenibile, nella ricerca sugli investimenti e nel rating delle imprese e nello sviluppo di processi e strumenti di investimento. Due gli italiani nominati, appartenenti alla categoria “Individui Tipo A”, ovvero “nominati per le capacità individuali, con provata esperienza e conoscenza nelle aree riguardanti la Taxonomy Regulation”: si tratta di Marzia Traverso (Head and Full Professor of Institute of Sustainability in Civil Engineering alla Rwth Aachen University) e Paolo Marullo Reedtz, rappresentante di Bankitalia nel “Committee on Payments and Market Infrastructures” e in altri comitati presso la Banca dei Regolamenti Internazionali, membro del Market Infrastructure Board e di altri comitati presso la BCE.
I compiti della Piattaforma
Quattro i compiti a cui la Platform on sustainable finance è chiamata a rispondere: consigliare la Commissione sulla scelta dei criteri tecnici di screening per la tassonomia e sull’“applicabilità” (usability) dei criteri stessi; consigliare la Commissione nella revisione della “Taxonomy Regulation”, favorendo l’inclusione di ulteriori obiettivi di sostenibilità, tra cui la dimensione “social”, al momento esclusa, a danno della dimensione “environmental”; monitorare e riferire sui capital flows verso investimenti sostenibili; supportare la Commissione in modo più ampio sulla politica finanziaria sostenibile. La nuova piattaforma consente inoltre il recupero del fattore sociale tra i pilastri del concetto di sostenibilità; essa è infatti incaricata di lavorare alla “riforma” della sustainable finance, un’evoluzione quindi dell’Action Plan del 2018, che non considerava il fattore sociale.
Temi e obiettivi
L'obiettivo generale della piattaforma è quello di fornire i presupposti conoscitivi per aumentare la quantità di capitale privato da utilizzare in investimenti sostenibili dal punto di vista ambientale. Le prime questioni affrontate dalla piattaforma sono state quelle relative al sistema di produzione energetico di gas in Europa. Gli esperti, difatti, lo hanno considerato non più sostenibile avanzando la necessità di istituire un nuovo modello ad hoc. Secondo il documento realizzato a supporto di tale tesi, i tecnici riterrebbero green gli impianti a gas con un'intensità di emissioni inferiore a 100 grammi di CO2 per Kilowattora (un valore che attualmente, per una centrale a gas è nel migliore dei casi di 300gCO2KWh). Qualsiasi impianto con emissioni superiori, scrivono gli esperti, "potrebbe utilizzare un trattamento tassonomico alternativo come una performance intermedia." Anche i comparti del carbone e del nucleare sono finiti sul tavolo dei tecnici della piattaforma, aprendo un dibattito a livello continentale che sta coinvolgendo Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo.
Di Rossella Digiacomo