Cos’è la transizione ecologica e perché è importante

Cos’è la transizione ecologica e perché è importante

Oggi la transizione ecologica è al centro del dibattito politico europeo e mondiale. Scopriamo le diverse aree di intervento

MILANO – “L’ambiente e la transizione ecologica sono l’essenza stessa di questo governo. È nato su questo programma. Quindi continuiamo su questa strada". Ad affermarlo il premier Mario Draghi nel corso dell’ultimo question time alla Camera. Oggi la transizione ecologica è al centro del dibattito politico e dei progetti di molti tra i più importanti Stati d’Europa e del mondo. Ma cosa si intende per transizione ecologica? Perché è fondamentale oggi?

Transizione ecologica, significato

Con il termine “Transizione ecologica” si indica il passaggio o la trasformazione da un sistema produttivo intensivo e non sostenibile dal punto di vista dell’impiego delle risorse, a un modello che invece ha il proprio punto di forza nella sostenibilità, ambientale, sociale ed economica. Attraverso la transizione ecologica si vuole realizzare un processo di cambiamento, un rilancio dell’economia e dei settori produttivi all’interno di un quadro delineato e ben definito che metta al centro la tutela e il rispetto dell’ambiente.

Perché è importante la transizione ecologica

Grazie alla transizione ecologica, è possibile affrontare in maniera efficace alcune delle sfide ambientali più delicate come la crisi climatica, diventata un’emergenza stringente e non più rimandabile, la riduzione della dipendenza energetica dai paesi esteri e dalle fossili. I diversi progetti legati alla transizione ecologica andranno ad impattare sia sull’essere umano, sia sull’ambiente, definendo uno stile di vita sempre più legato alla sostenibilità e al tempo stesso più economico.

La transizione ecologica in Italia 

Che la transizione ecologica sia fondamentale per un Paese come l’Italia lo dimostra la decisione, ufficializzata il 26 febbraio 2021 con il decreto legge “Ministeri”, di istituire il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE), in sostituzione del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Tale ministero, con competenze integrative nel settore della politica energetica, è in forte dialogo con il Ministero dello Sviluppo Economico, a dimostrazione che il concetto di sostenibilità non riguarda solo la sfera ambientale, ma abbraccia anche quella economica.

Il primo ministro della Transizione ecologica della storia d’Italia è Roberto Cingolani, fisico ed accademico, precedentemente direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT). Il ministero della Transizione ecologica si occupa delle risorse che garantiranno una tutela del territorio, dell’ambiente, del mare e delle politiche energetiche, che sono:

  • il bilancio e la strategia energetica nazionale;
  • le infrastrutture energetiche;
  • la promozione delle energie rinnovabili;
  • lo smantellamento di impianti nucleari dismessi;
  • la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra;
  • il mercato del gas italiano;
  • lo stoccaggio del gas naturale;
  • l’estrazione degli idrocarburi;
  • il mercato e gli impianti petroliferi.

Le sfide e gli obiettivi della transizione ecologica

Per garantire la transizione ecologica, il ministro Roberto Cingolani ha specificato alcune aree di riferimento, le cui misure di intervento rientrano nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il piano preparato dall'Italia per rilanciarne l'economia dopo la pandemia di COVID-19:

  • programmi sull’ambiente, sia nazionali che internazionali
  • azioni per contrastare i cambiamenti climatici
  • interventi su trasporti ed infrastrutture
  • riduzione dell’inquinamento causato dalle abitazioni
  • l’inquinamento chimico
  • ciclo dei rifiuti
  • uso di risorse naturali e recupero dei materiali
  • cibo e la biodiversità

Strettamente collegata alla transizione ecologica c’è anche la transizione energetica che, attraverso il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) e la conseguente produzione del 70% di energia da fonti rinnovabili, dovrebbe consentire al l’Italia a raggiungere gli obiettivi della Commissione Europea sulla riduzione delle emissioni di CO2.

Per favorire una transizione ecologica verso la neutralità climatica e lo sviluppo ambientale sostenibile, a livello italiano si sta intervenendo su quattro macroaree:

  • 5,3 miliardi saranno dedicati ad agricoltura ed economia circolare,
  • 15,1 alla tutela dei territori e delle risorse idriche,
  • 15,2 all’efficienza energetica degli edifici,
  • quasi 24 alla transizione energetica e alla mobilità sostenibile.

Di Salvatore Galeone

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