MILANO – Telefonini intelligenti ma spreconi. Stando a uno studio dal titolo Mind You Step, realizzato dalla società Trucost e dall’associazione Friends of the Earth, la produzione di un solo smartphone comporta l’utilizzo di 13 tonnellate d'acqua e 18 metri quadrati di terreno. Il rapporto ha preso in studio l’impronta idrica di una serie di prodotti tra cui caffè, piatti pronti, t-shirt e, appunto, smartphone.
Rispettare i limiti della natura
Dall’associazione hanno commentato: “Vogliamo vivere entro i limiti di ciò che il pianeta può fornire quindi prima abbiamo bisogno di misurare ciò che stiamo usando”. Quello che è stato chiesto agli esperti è la quantificazione dei dati ambientali legati ad alcuni prodotti per quanta acqua e terra sono utilizzate per realizzare il cibo che mangiamo, i vestiti che indossiamo e gli accessori elettronici che ci accompagnano ogni giorno.
Il “peso” dei prodotti
Analizzando l’intera catena di approvvigionamento e studiati tutti i processi produttivi, lo smartphone è risultato l’oggetto che più impatta sulla natura. Più della metà dell’impronta di terreno (55%), ad esempio, dipende dalla domanda di materiali per il packaging. Ma non sono solo gli smartphone a gravare sull'ambiente. Un paio di stivali di pelle ad esempio potrebbe richiedere 14 tonnellate di acqua e 50mq di terra a causa delle ingenti risorse utilizzate dall'allevamento del bestiame. Per una t-shirt ne occorrono circa 4 tonnellate mentre la superficie di suolo usata è di 4 metri quadrati.
di redazione