Uno studio della University of London ha scoperto che bere aiuta la concentrazione e la memoria
LONDRA – “Bere per non dimenticare” da oggi potrebbe non essere soltanto la distorsione della celebre frase “bere per dimenticare” ma diventare un vero e proprio mantra per tutti gli studenti. L’acqua aiuta la memoria e aumenta la capacità di prestare attenzione; questo è quanto scoperto e testato dai ricercatori della University of London che ha condotto lo studio su un campione di 108 ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 12 anni e su circa una quarantina di soggetti adulti. La ricerca, realizzata dalla dottoressa Caroline Edmonds, ha messo in luce che un’insufficiente idratazione può portare vertigini e rallentamento nei tempi di risposta e per contro un’assunzione corretta di acqua può stimolare la capacità di apprendimento.
OBIETTIVO DELLO STUDIO - L'obiettivo della ricerca è stato quello di studiare l'effetto dell’idratazione sulla cognizione. Lo studio è stato affrontato attraverso due diverse fasi: una specifica per gli adulti e una per i bambini. Gli adulti sono stati schedati sulla base dei dati raccolti su ogni singolo soggetto prima e dopo i test cognitivi e si è successivamente messo in relazione questi dati con il loro stato di idratazione esaminando se le differenze individuali nell’idratazione fossero legate a differenze individuali al livello di funzionamento cognitivo. L'ipotesi di lavoro è stata che la capacità cognitiva dell'individuo sia potenziata da un’adeguata idratazione e che per contro la disidratazione influisca negativamente.La seconda fase è stata quella di metterla in relazione con la conoscenza nei bambini esaminando su di loro l'effetto del bere acqua sulle funzioni cognitive. Anche in questo caso è stato visto che coloro che avevano bevuto più acqua presentavano una migliore risposta ai test cognitivi.
IDRATAZIONE E COGNIZIONE NEGLI ADULTI - Lo studio sul campione adulto è stato successivamente modificato seguendo un approccio di tipo sperimentale in cui i test sono stati ripetuti più volte, sia nel caso di un organismo idratato che in quello di un organismo disidratato. Il campione analizzato ad oggi è stato di circa una quarantina di soggetti che si sono sottoposti ai test in due momenti: senza aver assunto cibo e acqua consumati dopo le 21.00 della sera precedente, al fine di controllare l’idratazione, e avendo invece fatto colazione e bevuto acqua. Grazie ad uno speciale apparecchio chiamato Cantab in grado di misurare la rapidità di risposta agli stimoli in millisecondi, è stato osservato che gli adulti in fase di idratazione avevano risposte più rapide ed efficaci.
IDRATAZIONE E COGNIZIONE NEI BAMBINI - Lo studio sui bambini è stato effettuato su 108 soggetti che avessero assunto diverse quantità d’acqua: 150 ml, 300 ml e 500 ml. I rilevamenti effettuati prima e dopo 20 minuti dall’assunzione del liquido, hanno fatto emergere come la totalità dei bambini che avevano bevuto, seppur quantitativi d’acqua differenti, avevano una migliore risposta cognitiva. Attualmente la dottoressa Edmonds sta effettuando ulteriori ricerche su studenti che abbiano una bottiglia d’acqua sul banco durante gli esami per valutare l’effettiva resa di una corretta idratazione in fase di agitazione e stress psicologico.
aggioranto il 27 febbraio 2013