MILANO – La salute del cuore è influenzata anche dai livelli di idratazione. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dai membri della University of Arkansas, secondo cui la funzione cardiovascolare potrebbe essere compromessa a causa della disidratazione, tanto quanto potrebbe esserlo a causa del fumo di sigaretta. Questo studio indica che livelli di idratazione anche lievi giocano dunque un ruolo chiave nel determinare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.
Il livello di disidratazione
“Si potrebbe essere leggermente disidratati senza saperlo, ed avere un’insufficienza endoteliale simile a quella causata dal fumo di una sigaretta”, hanno spiegato gli autori dello studio coordinati da Stavros Kavouras, esperto del Department of Health, Human Performance and Recreation. Il grado di disidratazione in cui si verificano questi cambiamenti è inferiore al 2%, che è intorno alla soglia in cui la gente inizia a sentire sete. La funzione endoteliale svolge un ruolo critico nella salute cardiovascolare, e questo è il primo studio a identificare una connessione tra la disidratazione minore e alterazioni nella funzione endoteliale negli esseri umani.
Idratazione e malattie cardiovascolari
La ricerca è stata condotta su maschi giovani e sani. Kavouras e il suo team hanno spiegato che il prossimo passo della ricerca è quello di studiare questo effetto sui pazienti di entrambi i sessi con sistemi cardiovascolari già compromessi, come i pazienti con diabete e/o malattie cardiovascolari.
In questo filone si era già inserito uno studio, di cui avevamo dato qualche tempo fa, condotto da Stefanie Schoppen e pubblicato dal The Journal of Nutrition ha indagato gli effetti che l’acqua gassata può avere sul rischio cardiovascolare nelle donne in post-menopausa. Un campione di donne è stato invitato a bere un litro di acqua liscia al giorno per due mesi e successivamente un litro di acqua gassata al giorno per altri due mesi. Dopo aver bevuto acqua gassata è stato riscontrato nelle donne un calo del 6,8% del colesterolo totale, un caldo del 14,8% del colesterolo LDL (quello cattivo) e un aumento del 14,8% del colesterolo HDL (quello buono).
di Alessandro Conte
4 luglio 2018
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