MILANO – Nel periodo più movimentato del Sistema solare, cioè durante la formazione dei pianeti, Giove avrebbe scagliato planetesimi e bolidi pieni di acqua verso la parte interna più vicina al Sole.
L’acqua sul nostro pianeta sarebbe quindi solo un sottoprodotto della formazione dei pianeti giganti. Questa le conclusioni di due ricercatori presentate in un articolo sulla rivista Icarus.
Lo scenario
L’origine dell’acqua sulla Terra è da sempre oggetto di dibattito e di differenti ipotesi a riguardo.
Si pensa agli asteroidi o alle comete e le prove non mancano , grazie alla missione Rosetta, ma i modelli fisici potrebbero suggerire una diversa soluzione al mistero.
Oggetti sparsi nella regione interna del Sistema solare e scagliati come proiettili durante il violento e scoppiettante periodo di espansione del pianeta Giove avrebbero portato la maggior parte dell’acqua che oggi si trova sulla Terra.
E’ questa la teoria sviluppata dal giovane ricercatore brasiliano, André Izidoro della Scuola di Ingegneria della Sao Paulo State University, e dal suo collega Sean Raymond, che lavora presso il Bordeaux Astrophysics Laboratory.
La teoria dei ricercatori
«Ciò che abbiamo fatto è stato associare il contributo degli asteroidi alla formazione di Giove. Sulla base di questo modello abbiamo poi “consegnato” alla Terra quantità di acqua in linea con i valori attualmente stimati», ha detto Izidoro.
I due esperti non escludono la teoria secondo la quale sono state le comete a portare l’acqua sul nostro pianeta, ma ritengono che non sia stato un fenomeno determinante nel processo di creazione delle acque.
Secondo loro quando il Sistema solare era molto giovane si è verificata la formazione dei pianeti giganti gassosi e la rapida crescita di Giove avrebbe “disturbato” le preesistenti orbite di questi oggetti ricchi di acqua scagliandoli più in là e allungando le loro orbite verso la regione dove si sono formati, più tardi, i pianeti rocciosi (Terra compresa).
Come provarlo
I due ricercatori grazie a delle simulazioni ai super computer sono stati in grado di ricreare le interazioni gravitazionali tra numerosi corpi.
Hanno creato così l’effetto del gas presente nel mezzo interstellare durante l’era della formazione planetaria dimostrando che i planetesimi sono stati influenzati anche dall’azione di quella che è nota come “resistenza del gas” ”, che è fondamentalmente un vento che soffia nella direzione opposta del loro movimento.
A causa di questo fenomeno, le orbite inizialmente molto allungate dei planetesimi espulsi da Giove sono state gradualmente “rimodellate” e costrette nell’attuale orbita nella Fascia principale.
di Alessandro Conte
1 dicembre 2017
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