MILANO – A 15 metri di profondità al largo dell’isola di Lanzarote, nelle Canarie, potrebbe nasce quello che a tutti gli effetti sarebbe, come riporta il The Guardian, il primo museo sottomarino in Europa. Una serie di opere realizzate dall’artista britannico Jason de Caires Taylor giacciono sul fondo del mare destando la curiosità di quanti immergendosi si imbattono ora in una folla di figure umane ora in una zattera con dei migranti che è un tributo a Lampedusa e al triste fenomeno che sta sconvolgendo il mediterraneo.
Le installazioni sottomarine
“The Raft of Lampedusa” – che si rifà al dipinto di “The Raft of the Medusa” di Gericault del 1818 – è l’ultima delle installazioni di Taylor. La prima risale al 2006, quando realizzò “Viccisitudes”, un cerchio di scolaretti che si tengono per mano scolpiti nella pietra che fece “affondare” al largo di Granada. Questo lavoro è stato determinante per la creazione di un parco marino protetto che oggi il National Geographic ha inserito tra le 25 meraviglie del mondo. Poco più di un anno fa, invece, al largo della Bahamas ha preso posto “Ocean Atlas” la più grande scultura subacquea del mondo dal peso di 40 tonnellate mentre lo scorso anno, nelle acque del Tamigi vicino le Camere del Parlamento, è stata installata l’opera “The Rising Tide” con la quale ha evocato i cavalieri dell’Apocalisse.
Prendersi cura del Pianeta
Le intenzioni di Taylor sono quelle di spingerci a ripensare il mare e, di riflesso, la cura che destiniamo alla salvaguardia delle nostre risorse naturali. “Per tutto il tempo – ha detto l’artista – guardiamo il mare osservando la linea dell’orizzonte”. L’idea di seppellire opere d’arte sott’acqua sottolinea la volontà di trattare il mare come un museo e, di conseguenza, attribuire a esso una quella natura sacra ed estetica che solo l’arte sa esprimere. E in effetti, rifacendosi anche ad alcuni dati del rapporto lanciato dal World Resources Institute, l’ambiente sottomarino – in particolar modo le barriere corralline – sono a forte rischio in tutto il mondo. Gli oceani assorbono l’anidride carbonica delle attività umane sulla terra e per questo sono diventati più acidi. In più, l’aumento delle temperature, sta causando anche un progressivo sbiancamento dei coralli. Tutti questi campanelli d’allarme trovano, nelle opere di Taylor, una risposta e un invito per tutti a rispettare ed amare maggiormente quello che la natura ci ha messo a disposizione.
di Alessandro Conte