MILANO – Dopo la pubblicazione, nel 2020, di un libro molto speciale, “Il tempo e l’acqua” di Andri Snær Magnason”, dove l’autore si domanda perché davanti agli allarmi e agli appelli degli scienziati sul clima e ai tanti segnali sempre più inequivocabili tiriamo dritto come se la cosa non ci riguardasse, presso la casa editrice Iperborea hanno intrapreso un percorso di cambiamento per sviluppare una maggiore consapevolezza delle conseguenze ambientali del proprio lavoro.
Riflettere sull’impatto ambientale
Leggendo le parole di Magnason la casa editrice si è interrogata se fosse sufficiente pubblicare e fare circolare un libro importante come questo, o se invece occorresse riflettere sull’impatto ambientale che ha la pubblicazione di un libro e su come si potesse migliorare. Così, grazie a una ricerca durata quasi due anni ed alla consulenza di Assolombarda Servizi e di Rete Clima, organizzazione specializzata nello studio degli impatti ambientali, Iperborea ha cominciato a muoversi.
“Abbiamo mosso i primi, timidi passi in quella che vediamo come una direzione obbligata, lungo un cammino che ci impegniamo a seguire, che se preso sul serio comporta più lavoro, più ricerca, più costi, ma da cui tornare indietro è impossibile - ha dichiarato l’editore Pietro Biancardi - Con Assolombarda Servizi e Rete Clima abbiamo completato la valutazione dell’impronta di carbonio della nostra attività aziendale annuale e nella sua gestione, fino al suo azzeramento: il calcolo della nostra impronta per l’anno 2021 è stato realizzato secondo lo standard GHG Protocol, uno standard internazionale molto utilizzato per questo tipo di valutazioni tecniche. Abbiamo quindi voluto fare questa valutazione per capire il nostro livello di impatto per ridurlo e neutralizzarlo, indentificando misure domestiche di riduzione delle emissioni e di neutralizzazione tramite il supporto a progetti certificati di carbon offset”.
I primi risultati
Di seguito i primi passi, compiuti a partire dal 2020, che hanno permesso alla casa editrice di ridurre le emissioni “a monte”: per quanto concerne le pubblicazioni, da diversi anni tutte le carte utilizzate per i propri libri hanno la certificazione FSC, così come l’hanno ottenuta tutti gli stampatori con cui lavorano. Inoltre nel 2021 Iperborea ha stampato i primi due libri con la carta degli interni composta al 100% di fibre riciclate. Per le spedizioni a Milano (dove si trovano i loro uffici), c’è stato un passaggio da corriere motorizzato a corriere in bicicletta e la sostituzione delle buste per le spedizioni non riciclabili con buste riciclabili (con la parte di carta facilmente separabile dalla parte di pluriball in plastica). Mentre per quanto riguarda i trasporti, tutti i dipendenti di Iperborea raggiungono l’ufficio con i mezzi pubblici, bicicletta o a piedi. Per gli spostamenti di dipendenti e autori quando possibile si prediligono mezzi di trasporto meno inquinanti (come il treno). Il telelavoro era praticato prima del 2020 ed è stato incentivato da allora, lasciando comunque liberi dipendenti e collaboratori di scegliere giorno per giorno se lavorare da casa o in ufficio.
Compensazione delle emissioni di gas serra
A seguito di tutte queste azioni di riduzione delle emissioni di gas serra, Iperborea ha neutralizzato le emissioni residue del 2021 attraverso il sostegno ad un progetto di sviluppo internazionale certificato secondo standard Verra (VCS 2026). Il progetto prevede l’installazione di un impianto idroelettrico small-scale in sostituzione di impianti di generazione elettrica alimentati ad inquinanti fonti fossili, permettendo così un importante risparmio di CO2 rispetto ad una situazione Business As Usual (pari a circa 500.000 t CO2/anno). Il progetto include il sostegno a necessità sociali, sanitarie e di sicurezza del territorio, con un miglioramento di infrastrutture locali e di strutture come ospedali e scuole, con un miglioramento del livello di istruzione e di assistenza sanitaria.
Di Salvatore Galeone