MILANO – Il capolavoro per eccellenza del pittore olandese torna a nuova vita grazie all’acqua e a una tecnica che risale a circa 3mila anni fa. Come ha raccontato la Cnn, l’artista turco Garip Ay ha riprodotto la celebre “Notte stellata” con l’antico metodo Ebru, che consiste in una sorta di pittura sull’acqua grazie all’utilizzo di vernici speciali E la riproduzione è divenuta in poche ore virale, dal momento che ha toccato le 20 milioni di visualizzazioni sul profilo Facebook dell’artista turco.
Come Garip Ay ha riprodotto l’opera d’arte
Ay ha utilizzato il liquido come fosse una sottile tela per poi trasferire il risultato su un foglio di carta. Sull'acqua, trattata precedentemente con la gomma adragante per renderla più densa, sono stati versati colori poi lavorati con pennelli o strumenti sottilissimi. “Voglio fare di più per rendere omaggio ai grandi artisti che mi hanno appassionato e la cui visione mi affascina particolarmente perché vicina al mio sentire”, ha dichiarato Ay. Ogni strato di vernice è stato applicato delicatamente agitando goccioline da una spazzola e utilizzando una barra metallica.
Ebru, la pittura su acqua
Già in un precedente articolo avevamo parlato di questa tecnica millenaria. Ebru nasce nelle zone dell’India e dell’Iran ed era una tecnica applicata praticamente per la maggior parte dei libri. Si suppone che tragga origine dalla zona di Bukhara (attuale Uzbekistan) e risalga ad almeno 3000 anni fa. Seppure originario di Bukhara, l’Ebru si è diffuso lungo la Via della Seta fino in Iran, India e nei Paesi Arabi. Presso gli Ottomani veniva utilizzato come foglio di guardia dei libri e nella confezione di “Murakka Kıta”, ovvero cartoni fatti a mano e ricoperti di carta, su cui scrivevano i calligrafi. Gli esemplari più antichi, risalenti al 1447, sono esposti nella biblioteca del Palazzo di Topkapı.
di Salvatore Galeone
20 luglio 2016