Idrico, idrologico e idrogeologico: quali differenze?

Idrico, idrologico e idrogeologico: quali differenze?

Idrico, idrologico e idrogeologico sono tre parole molto simili ma con significati diversi. Approfondiamo insieme questi 3 concetti.

MILANO – Per chi si intende di lingua greca, sa che “acqua” deriva dall’espressione “δωρ”. Il termine è diventato poi, nel corso del tempo, la radice di diverse parole che fanno riferimento, quindi, all’oro blu, fino a creare espressioni tra loro molto simili ma pur sempre con un significato diverso. Prendiamo come esempio le espressioni idrico, idrologico e idrogeologico. Che cosa significano e per cosa differiscono? Se infatti, da un lato, il termine idrico” concerne tutto ciò che riguarda l’acqua in generale, per le altre due espressioni la questione si complica leggermente, arrivando a presentare sfumature diverse.

Idrologico: significato e origine

Il termine “idrologico fa riferimento a tutto ciò che riguarda l’idrologia, dal significato più esteso dell’espressione fino alla sua accezione medica. La parola deriva dal greco ed è l’unione di idro (acqua) e logos (studio, discorso). Quando si parla di idrologia, quindi, si fa riferimento a quel ramo di ricerca e di analisi che si occupa dello studio delle acque dal punto di vista fisico e chimico, di qualsiasi origine esse siano. E non finisce qua: l’idrologia riguarda anche quel ramo della medicina che approfondisce gli effetti terapeutici e biologici delle acque minerali e di altri rimedi di cura naturali quali, ad esempio, i fanghi. 

Idrogeologico: cosa vuol dire?

Il termine idrogeologico, invece, fa riferimento alle condizioni del terreno in relazione alle acque scorrenti o meteoriche. La parola deriva infatti dal greco e nasce dall’unione di “idro” (acqua), “geo” (Terra) e “logos” (studio, discorso). L’espressione è quindi l’aggettivo legato al campo di ricerca dell’idrogeologia, vale a dire lo studio degli aspetti geologici dell’idrologia. Questo ramo della geologia ha come obiettivo quello di studiare e approfondire cosa succede al terreno e al suolo quando viene a contatto con le acque di precipitazione, così come quando queste penetrano in profondità. Poiché si parla di rapporto tra acqua e suolo, l’idrogeologia riguarda anche i processi di modellamento erosivo causati dalle stesse acque, arrivando così ad analizzare i fenomeni d’instabilità dei terreni e delle rocce.

E proprio parlando di instabilità, risulta necessario citare anche il concetto di dissesto idrogeologico, il fenomeno per cui le acque superficiali provocano una degradazione dell’ambiente, in contesti che normalmente – o a causa delle attività antropiche - sono più predisposti. Tra le cause di tale fenomeno – e quindi dei rischi per l’ambiente – vengono annoverate, le frane, le alluvioni, l’arretramento dei litorali, le valanghe e la subsidenza indotta dalle attività umane. Eventi naturali e climatici che, in Italia, si presentano sempre con più frequenza, tanto che secondo l’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale il 94% dei comuni italiani (7.423) è a rischio frane e alluvioni ed erosione costiera.

Bilancio idrico, idrologico e idrogeologico: quali differenze?

Esistono tre tipologie di bilancio in relazione ai diversi fenomeni e risorse studiate. Il bilancio idrico, ad esempio, ha lo scopo di approfondire su scala regionale, in un determinato periodo di tempo, il rapporto tra un bacino e le risorse necessarie per la conservazione degli ecosistemi acquatici. Il bilancio idrologico, invece, ha come obiettivo quello di analizzare l’entità delle risorse idriche superficiali provenienti sia da fonti superficiali che sotterranee. Infine, il bilancio idrogeologico valuta l’entità delle risorse idriche sotterranee in relazione alla frazione di bacino idrologico posta nel sottosuolo, in un tentativo di analizzare quali volumi d’acqua siano utilizzabili senza creare squilibri.

Di Elena Parodi

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