MILANO – “Incapace di percepire la tua forma, ti trovo ovunque intorno a me, la tua presenza mi riempie gli occhi con il tuo amore, il mio cuore si fa piccolo perché tu sei ovunque.” Con questi versi si conclude “La forma dell’acqua”, uno dei più grandi successi cinematografici degli ultimi anni. Il film, diretto da Guillermo del Toro, si è aggiudicato ben 4 premi Oscar e 2 Golden Globes. La pellicola racconta la storia d’amore, molto simile a quella de “La bella e la bestia”, tra una donna muta e una creatura divina, in cui l’elemento acqua è metafora e al tempo stesso ambientazione per il loro particolare rapporto.
Acqua ambiente privilegiato
Nel film di Guillermo del Toro l’acqua diviene il luogo privilegiato in cui isolarsi, la comfort zone in cui sperimentare l’amore autentico: dalla vasca in cui Elisa trascorre del tempo ogni mattina alla stessa vasca che la donna usa per tenere in vita la creatura, l’acqua che sgorga dalla vasca del laboratorio o che fa pressione contro le pareti domestiche dell’abitazione della donna, vero e proprio a nido d’amore per la coppia.
Il concetto dell’amore autentico è ben interpretato dai versi con cui si chiude il film. La poesia è tratta, come ha raccontato lo stesso regista, da una composizione islamica. Al momento, però, nessuno è risalito al testo completo e originale, e c’è persino chi sostiene che sia Del Toro stesso l’autore di questi versi, il quale avrebbe inventato la storia del libro aperto per caso in una libreria poco prima di lavorare sul set.
L’amore che fluisce come l’acqua
L’acqua del titolo, l’acqua vitale per la creatura, è la metafora del sentimento amoroso che non si può controllare né plasmare. Proprio come un liquido l’amore fluisce, si adegua a ogni forma o situazione, scorre ignorando gli ostacoli e va avanti lungo il suo percorso, superando i pregiudizi. L’elemento acqua nel film di Guillermo Del Toro trasporta lo spettatore in un mondo alieno e magico, dove i due protagonisti si trovano abbracciati l’un l’altro nelle profondità degli abissi, trascinati via dalla stessa acqua informe che è amore, imprevedibilità e passione, che travolge i puri di cuore: l’orfana muta e solitaria e la divinità mostruosa. L’acqua, cioè l’amore, alla fine trascina via i buoni verso un mondo migliore, lasciando sulla superficie della terra i razionali e coloro che non amano.
Di Rossella Digiacomo