MILANO – Ritrovare i propri figli caduti in guerra guidato dalla speranza e dalla capacità di ascoltare gli elementi naturali come l’acqua e la terra. E’ quello che fa l’agricoltore Joshua Connor nel film “The Water Diviner” diretto da Russell Crowe. Il protagonista, interpretato dallo stesso attore australiano, nel suo viaggio si servirà della sua capacità di individuare pozzi d’acqua grazie alla rabdomanzia, un’antica pratica in grado di captare le radiazioni emesse dall’oggetto ricercato attraverso bastoncini ed aste.
La speranza attraverso l’acqua e la terra
Tratto dall’omonimo libro di Andrew Anastasios e Meghan Wilson-Anastasios, “The Water Diviner” è ispirato ad una storia vera, che Crowe sente come parte del patrimonio letterario della sua terra, l’Australia. Il principale valore che emerge nel corso della pellicola è la speranza, capace di accompagnare, dall’inizio alla fine del film, il protagonista Joshua. Il suo viaggio alla ricerca dei figli perduti ha un esito positivo proprio grazie alla speranza, un dono che è strettamente legato alla sua capacità di saper ascoltare e dialogare con la terra, che lo ha condotto sempre alla scoperta di un nuovo pozzo d’acqua. Acqua e terra, due elementi che per un agricoltore vogliono dire sopravvivenza, e quindi la vita che prosegue.
Il rabdomante
“Il rabdomante di acqua” sarebbe la traduzione letterale del titolo del film “The Water Diviner”. La rabdomanzia (dal greco rabdos=bacchetta e mantis=indovino) è l’arte di trovare vene sotterranee di acqua e metalli servendosi di una bacchetta di legno biforcuta. Il rabdomante la tiene per le due estremità e, interpretandone le vibrazioni, sarebbe in grado di individuare i luoghi e la profondità alla quale si trovano acqua e metalli. Quest’arte è considerata da molti pura ciarlataneria, mentre altri parlano di fenomeni paranormali. Alcuni scienziati sostengono che i movimenti della bacchetta sono causati da contrazioni muscolari involontarie, con i rabdomanti che sarebbero quindi sensibili ai cambiamenti del campo magnetico determinati dalle irregolarità della crosta terrestre.
di Salvatore Galeone
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