MILANO – Con le loro pareti quasi verticali, le profonde fratture e i pericolosi crepacci, le grotte di ghiaccio rappresentano un enorme rischio per la ricerca e le squadre di soccorso. Una partnership tra la Flyability (azienda che progetta droni) e la squadra di soccorso alpino di Zermatt Glacier, ha permesso di sperimentare l’utilizzo di questi piccoli velivoli per esplorare a distanza i crepacci nelle Alpi svizzere. L’obiettivo a lungo termine è essere in grado di individuare prima le persone in difficoltà o disperse prima di inviare una squadra di soccorso.
Un drone tra i ghiacci
Finora i crepacci sono stati in gran parte inaccessibili - sia per le persone che per le tecnologie robotiche – per via delle loro strette pareti che rendono quasi impossibile il minimo movimento. Il drone Flyability, tuttavia, grazie anche alla sua forma sferica che gli permette di muoversi a 360 gradi all’interno di una gabbia, può osservare qualunque cosa e in qualunque ambiente. La fotocamera integrata HD gli permette di trasmettere live ciò che osserva e un potente impianto di illuminazione rende possibile di operare nel cuore del ghiacciaio anche a decine di metri sotto la superficie.
L’esperimento in Italia
Sulle nostre Alpi l’utilizzo del drone è utilizzato in via sperimentale per fini scientifici dall’Università di Milano. Sul Ghiaccio Dosdé Cima Piazzi è partito il progetto di rilevamento della fusione glaciale tramite le migliori attrezzature di rilevamento aereo, l’occhio tecnologico di un satellite NASA per acquisire immagini ad altissima risoluzione e una stazione meteorologica all’avanguardia che acquisisce dati energetici. Il progetto “Levissima Spedizione Ghiacciai” ed è il primo nel suo genere che si avvale di una tecnologia così avanzata.
di Alessandro Michielli